STERMINIO DI MASSA
“Maggio di 2005. Larry Barris comunica il numero della sua carta di credito intestata falsa e acquista per posta, dalla “American Type Culture Colletion di Rockville, una società di forniture biomedica del Mary land, tre fiale contenenti “Yersina pestis”, il bacillo che causa la peste.
I bacilli sono stati modificati geneticamente per renderli estremamente letali, progettati perché siano resistenti a più di 30 antibiotici e alle normali terapie antisettiche. Giugno di 2005. Terroristi infiltrati nei grandi centri commerciali, scuole e parchi di divertimenti, disseminano segretamente il batterio della peste contagiando gran parte degli sprovveduti cittadini americani.
Dopo una settimana, i medici diagnosticano la malattia in 50 persone. Si esegue una rigorosa terapia antibiotica ma questi pazienti non danno segno di miglioramento. Nei giorni che seguono, il contagio si espande. Si diffonde un panico collettivo. Scoppiano polemiche e tumulti ovunque. Il sistema sanitario va in “tilt”. Gli stati chiudono le frontiere. L’economia da forte segno di debolezza. Ad un mese dalla disseminazione del batterio, la malattia si è diffusa in ben 25 stati americani e in 15 altre nazioni. Generalizza il caos mondiale. I normali programmi televisivi sono stati sospesi per trasmettere in diretta le notizie provenienti da ogni angolo del globo. A quel punto, 50.000 persone sono state contagiate e sono quasi 5.000 i morti. Gli esperti calcolano che nel giro di tre settimane, il numero salirà a ben due milioni, metà di loro morirà.
Contemporaneamente, altri gruppi terroristici presero di mira i bovini, iniettando agenti patogeni negli alimenti. Cani e gatti che tutt’a un tratto impazziscono costringendo i loro padroni ad abbatterli per paura che siano infettati dal virus della rabbia.
Tonnellate di pesci cercano di raggiungere la terraferma e li muoiono avvelenati da una sostanza ancora non identificata.
Cresce la paura di un attacco terroristico nucleare, e gli americani cercano di sconfiggerla con le pastiche antiradiazioni.
E’ settembre. Iniziano i periodi scolastici. In fila, centinaia di mamme tengono stretta la mano dei loro bambini, e danno l’ennesima occhiata nel foglio illustrativo consegnato all’entrata: in caso di contaminazione, ingerire immediatamente una pastiglia di potassio iodato; nel caso si sentisse suonare la sirena, evacuare l’area senza panico, soltanto dalle uscite di sicurezza.
ATTENZIONE: i genitori sono pregati di munirsi del contatore “Geyger giallo” che identifica gli oggetti radioattivi e del “kit anti-effetto “The day after”, disponibili nei centri autorizzati. Verificare se portano il bollino giallo consentito dai “Centers for Disease Control and Prevention”.
Per le strade, gli eserciti, perfettamente addestrati per combattere fisicamente, si ritrovano perfettamente incapaci di combattere i nemici, creature che non hanno una consistenza solida e che sfidano tutte le leggi naturali.
L’unica cosa palese in quel momento è che, in quella guerra, non ci sarà un vincitore.
Sudavano entrambi, nonostante il freddo, sentendo una stretta nelle viscere. I loro occhi si sono incontrati. Il generale Bill Stwart sospirò profondamente, scaricando le tensioni:
“Okay ispettore Jo-Beverly. Missione riuscita”.
L’ispettore strinse la mano del generale. I fremiti che percorrevano il suo corpo passarono dalla mano in quella del generale, attraverso il sudore dei loro palmi: “Okay, generale Stwart. Missione riuscita.
Questo è soltanto lo spettro di uno scenario spaventoso, un’esercitazione con l’aiuto di un computer per cercare di simulare quello che potrebbe succedere se avvenisse un attacco del genere; è una forma drammatica per dimostrare come siamo vulnerabili ad un attacco di armi biologiche per parte dei terroristi che per coltivare un arsenale biologico hanno bisogno di poco: 1,10 euro per uccidere gli abitanti in un’area di un chilometro quadrato. E’ anche, una terrificante realtà della possibilità per quanto riguarda l’uso bellico degli agenti patogeni per parte delle potenti nazioni.
Fortunatamente è soltanto una simulazione ma, forse, prossima a verificarsi…!
Liù Sant