Falcone e il Poliziotto
(26.06.92 sul treno Bo-Na)
Quando sei saltato in aria, tu c'eri ancora,
ma quando sei caduto giù, sulla tua carcassa,
non c'eri più.
Loro, invece, loro erano lì.
Ti erano accanto ma contro, crudeli.La fiamma in un istante ha divorato l'aria
e come una bestia feroce ha sbranato te
e tuoi compagni di quell'orribile pasto.
Ti sei perso nel volo.
Mille parti di te arano il cielo
e l'aria cattiva, di sangue e di pece
ora è muta e sorda, ora scoppia nei clamori malvagi
e nell'ansia vinta dai loro cuori,
salvati da quelli che fosti tu.
Con la morte hai avuto ragione ancora di più
e questo loro lo sanno;
perciò ti ucciderebbero ancora una volta
fino a stancarsi la vita, la loro.
E tu poliziotto che guidi la carovana,
incauto cavaliere con gli speroni e le rayban
attento, ci sono gli indiani
che nascondono le bombe dentro la faccia
invece dei denti.
Era destino, ci sperano i vivi.
Ma se così non fosse, quanta sarebbe la colpa,
quanto il peso del nostro quotidiano silenzio?
E le vedove di quegli uomini infami
che altre vedove di altri uomini hanno fatto
lo sanno con chi dormono o fanno l'amore?
Perdonate la nostra pazienza e rassegnazione
non la loro infamia mostruosa.
Tormentatici per riuscire,
ma non loro che avrebbero la scusa
per pentirsi …prima o poi.
(E tu maledetta strada che hai partorito cadaveri......
non hai nulla da dire?...)
Raccogliete le ossa, fatene un mucchio,
ponetele le une accanto alle altre
ché non brucino nella solitudine della ragione.
Lo so, lo so non si può vivere nel dolore
procurato dall'odio,
ma non si può perdonare se non si è Dio!
Giuseppe Belcore
giuseppe belcore