Francesco Tarricone
Villeggiante
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Inserito - 25/01/2005 : 14:40:07
Duole la menzogna, pecca con disonore eppur ha osato ancor guardarmi negli occhi con la superbia di chi, il Paradiso non basta. Pecca con egoismo, liberando forse, la mente e il corpo, ma condannando l’anima e il cuore. Empio sacrificio di chi, disprezza la luce e si nutre dell’ombra. Un tempo prestavo fede agli angeli, credevo ad ogni singola parola bisbigliata alle mie orecchie.. Alacre veleno. Ed ecco la notte, le palpebre discendono, non è sonno purtroppo, ma saggia rassegnazione.. E in questa tetra notte non cerco più la Luna, immobile contemplatrice delle umane sofferenze, ma caldo fuoco che in unico respiro possa abbracciarmi. Igneo alito di vita, non nel tuo Inferno lo verrò a cercare, non nei sogni o nelle parole che si son perse, come quelle appena accennate con la punta delle dita sui vetri appannati dall’umido fiato, di chi, dinanzi alla finestra, aspetta la fine del temporale. Errati son stati i miei passi, ma di certo l’oblio non spetta a me, amabile compagna sarà la dimenticanza.. ma ciò non sarà tua preoccupazione. Il libro allora iniziato ha trovato la sua fine. Si,v’è il tempo delle rose che sboccian nei prati e delle rondini che tornan a Primavera.. Ma v’è anche il tempo degli steli che si spezzano sotto la pungente neve e delle rondini che, una volta covate le uova, lascian le serpi a cibarsene.Tarricone Francesco
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