Oh Nera Madre ascolta ora il mio canto,
queste quattro note strappate ad un violino scordato.
Proteggimi dalla sorte col tuo freddo manto,
illumina il sentiero,guida lo sguardo ora velato.Diafana la luce che mi fa disperdere,
sibilante quella voce che raggiunge il mio udito.
Ferma ogni istante,lasciami comprendere,
disperdi nel tempestoso vento il Verbo che fu smarrito.
Osserva,le mie mani tremano nelle tue,
gelide carezze che donano nuova essenza.
Ghermiscimi con la tua falce più delle parol sue,
il mio corpo non conosce più dolore con la tua presenza.
Ultimi aneliti di chi nel tuo grembo vuole tornare,
s’inaridisce il sangue,le ginocchia son pronte a cedere!
Fulgidi spasmi incontrollati,le labbra aperte,è il momento di urlare,
ma ecco il silenzio,nuova melodia,tutto è cessato,non mi puoi più ledere..