Idiozie su strada, nell’etere, nella gente; storie di vortici che rigenerano vorticiLunghi sospiri,
dagli occhi scontenti
iscrivono volute d'aria pura
nei residui spazi
azzurri di cielo,
non ancora soppiantati,
o chissà peggio ancora,
sbadatamente trascurati
dallo smog di
tubi di marmitte,
tubi catodici.
Tubi, come
trachee e laringi.
Emissioni che
fendono i raggi
della fotosintesi,
propulsione di flebili fuscelli,
nevrotici impulsi debilitati
un tempo chiamati
intelletto, neuroni, autonomia.
Con la frenesia
di sgommarti addosso
perché non sfrecci
come loro.
Con l'impudenza
di impartirti lezioni
sulla tua stessa vita
perché non sei fotogenico
come loro.
Con la stessa
persistete arroganza,
se non riescono ad incenerirti
dal telecomando.
Lezioni a domicilio,
nelle aule, nei tram, al lavoro,
allo stadio, al bar, in chiesa.
Docenti ad interim
con dubbie e confuse,
ma taglienti e caustiche,
nozioni di lungo apprendistato.
Per sminuzzare
in scherno
quel che rimarrà
delle tua vita,
se sarai sventurato superstite
delle marmitte e delle tv.
Designata vittima
delle perversioni
del mondo.
"Tuttavia potrò
esiliarmi a piedi
in cima alle vette
incontaminate
delle pubblicità.
Ovviamente
senza nessun
saccente sherpa
a cui ubbidire
asservito."
Ecco il
rigenerato carnefice,
ultimo anello
della catena autotrofa.
Morale della favola:
la libertà propria
finisce dove inizia
quella del prossimo.