marcello ravasio
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Italy
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Inserito - 07/03/2005 : 10:44:26
«Venezia prima della Biennale» a Tortona ARTE - S'inaugura il prossimo sabato 5 marzo, alle 17,30, nelle sale di Palazzo Guidobono, in piazza Arzano, la mostra d'arte di rilievo nazionale «Venezia prima della Biennale. La pittura veneta dall'Unità d'Italia al 1895 nelle collezioni private», organizzata dalla Fondazione C.R. Tortona in stretta sinergia con il Comune e con il patrocinio di Provincia e Regione. La rassegna, curata dall'Istituto Matteucci di Viareggio, vuole porre l'accento sull'opera di una serie di artisti attivi a Venezia immediatamente dopo l'annessione, nel 1866, del Veneto al Regno d'Italia, e che avendo come riferimento costante la città, la laguna, i suoi dintorni e la sua gente, ne hanno lasciato un ricordo vivo e schietto, impresso in opere che oggi rappresentano reali testimonianze del passaggio dalla tradizione all'età moderna. Durante il ventennio che precedette la prima Biennale del 1895 Venezia fu uno degli scenari ideali della rinascita del paesaggio pittorico in Italia. Fu una stagione di intensa creatività, durante la quale personalità altamente dotate, nate a cavallo della metà del secolo, superando i limiti dell'Accademia e andando al di là delle convenzioni, da emergenti s'imposero come protagonisti: Zandomeneghi, Guglielmo Ciardi, Nono, Favretto, Milesi, Fragiacomo e Tito operarono una svolta decisiva, destinata a segnare un nuovo corso della pittura veneta. Sono circa 50 i dipinti che delineano il tracciato della rassegna, rappresentando una sorta di viaggio a ritroso nella Venezia del passato. Così scrive Giuliano Matteucci nella prefazione al catalogo: «Per l’Esposizione Nazionale di Venezia del 1887, Ciardi, Nono e Favretto vengono invitati, insieme con Antonio Rotta, a far parte della Commissione Esecutiva. E’ in questa occasione che i giovani artisti che più hanno guardato loro, debuttano come la generazione novella della moderna pittura veneta. Alessandro Milesi, Angiolo Dall’Oca Bianca, Pietro Fragiacomo, Vittorio Bressanin ed Ettore Tito, chi più chi meno, sono tutti in debito culturale con i tre più anziani». Matteucci esamina poi nel dettaglio gli stili dei vari artisti: «In modo particolare i coetanei Milesi e Fragiacomo hanno assimilato da Favretto e da Ciardi, il primo il modo di legare la scena all’ambiente e viceversa, il secondo la peculiarità d’interpretare la laguna con l’emozione di un sogno, componendola a soffi di colore. La loro formazione è, però, nettamente diversa: Fragiacomo viene da Trieste ed è approdato alla pittura dopo un’esperienza come disegnatore meccanico, Milesi, ha avuto, invece, un sodalizio giovanile con Napoleone Nani, seguendolo da Venezia a Verona, dove ha ottenuto le prime commissioni. L’incontro di quest’ultimo con Favretto avviene dopo una parentesi trascorsa anche da lui, a Trieste, su invito di un mecenate. Nasce tra i due una feconda amicizia, accompagnata da una grande ammirazione di Milesi nei confronti di Favretto il quale, non di rado, concede all’amico di lavorare nel proprio studio di calle della Rosa; ammirazione che traspare dai primi quadri d’interno i cui argomenti sono pervasi da un’identica atmosfera». L’Esposizione Nazionale del 1887 rappresenta un punto d’arrivo, in vista della Biennale. «L’Esposizione segna il trionfo della pittura veneziana, per la città essa rappresenta la fine di un mito. Favretto muore quell’anno, a trentotto anni, nel momento in cui tutta l’Italia artistica lo celebra ammirando i suoi capolavori in mostra. Prematuramente scomparsa la figura più significativa, Ciardi passa a capo della nuova gerarchia pittorica veneziana. Sull’onda del ritorno economico e d’immagine che la città ha ottenuto dall’Esposizione del 1887 e, pensando ad un evento di grande respiro che possa celebrare adeguatamente le nozze d’argento dei sovrani, la Giunta comincia a sviluppare l’idea di una nuova mostra d’arte, con cadenza periodica, da organizzare nella zona dei Giardini. Il 30 aprile 1895 s’inaugura la prima edizione della Biennale. Ciardi, Nono e Fragiacomo sono nominati tra i membri del Comitato Ordinatore». La mostra resterà aperta dal 6 al 28 marzo e si potrà visitare (ingresso gratuito) nei seguenti orari: dal lunedì al mercoledì, 16,30-19,30; giovedì e venerdì, 16,30-22; sabato e festivi, 10-12 e 15-19,30. (Da La Stampa del 27 febbraio 2005) Edited by - marcello ravasio on 07/03/2005 13:53:34
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