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Cesare Baccheschi
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Inserito - 12/03/2005 :  14:55:36  Mostra Profilo Invia un Messaggio Privato a Cesare Baccheschi
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Scritta il 29-05-04

Al terzo piano di una palazzina di quattro piani alla periferia del centro di una piccola città che lentamente si sta trasformando nel centro dell’idiozia, dove gli abitanti stanno diventando macchine per produrre soldi, e dove la qualità della vita è giudicata in base a quanto produci, viveva una ragazza come tante altre, circondata da amici, con i genitori benestanti, e con una camera tutta per se dove passare il tempo libero.
Tutto cominciò nel momento in cui mi trasferii di nuovo a casa dei miei genitori per dedicarmi allo studio e non pensare alle faccende giornaliere di pulizia e di cucina. Era un periodo che stando molte ore di fila a sedere cominciava a farmi male schiena, cosa che mi costringeva a cambiare spesso posizione; Così uno di quei giorni mi distesi nel letto della camera dei miei genitori, e dopo aver piegato il cuscino sotto la testa, mi misi il libro sul petto e cominciai a studiare.
I fruscii dovuti allo sfregamento dei panni con loro stessi cessò nel momento in cui le mie membra trovarono pace, e immediatamente il silenzio fu riempito da un altro rumore; Musica da discoteca; che facendo vibrare il mio pavimento, o il suo soffitto, provocava flutti aerei, che poi i miei orecchi traducevano in impulsi elettrici, e l’esperienza dava lo sgradevole significato, infastidendo la mia concentrazione e compromettendo irrimediabilmente la mia tranquillità.
Suscettibile a queste cose, e particolarmente intollerante nei confronti di queste manifestazioni umane, urlai:
-“ Perché devo avere sempre a che fare con gli imbecilli, e la loro idiozia deve sempre disturbare la mia voglia di fare cose che superano la soglia di bestialità in cui questa gente ottusa giace. Questa qua sotto non si rende nemmeno conto di quello che io sto facendo; Contemplo altezze vertiginose altezze vertiginose di cui lei non conosce nemmeno l’esistenza.”
Mentre questo romantico arrogante digrignava i denti in quel metro cubo della sua stanza, sotto, si articolava questa ragazza , completamente inconscia delle maledizioni a lei mandate, e del cataclisma che stava provocando con quel suo piccolo stereo tanto insignificante per tutto il resto del mondo. Un rapporto a due unilaterale.
I pensieri svolazzavano lieti dentro quella testolina rossa, accompagnati per mano dai ricordi evocati dalla musica dei giovani.
“Sarò bella questa sera” continuava a ripetersi, mentre posava davanti al suo armadio ben fornito di tutti i vestiti che il mercato proponeva e categoricamente imponeva.
Sgambettava, si improfumava, e si consultava con la sorella che sapeva dare buoni consigli sull’abbigliamento e sul colore delle scarpe.
Dopo aver messo la crema delle sei, si distese in attesa che venisse assorbita, premendo play sul telecomando dello stereo , che instancabile si mise a riprodurre lo stesso disco.
-“Con questo vestito nuovo tutti mi guarderanno, e quell’imbecille della Luisa sarà gelosa di me perché questa volta l’ho comprato prima io quella magliettina di Calvin Klein, e allora Marco mi guarderà e così cominceremo a parlare.”
“Spero che i pantaloni rosa mi stiano bene con la maglietta blu con lo scollo”
“Marco ha detto che a Luca piacciono le ragazze con i capelli rossi, che però devono avere rigorosamente i tacchi. Chissà di quale colore gli piaceranno?”
“Comunque vada adesso che sono dimagrita e che ho comprato questa crema, e dopo essermi data i brillantini sul decolté, tutte saranno invidiose di me.
Maria è una balena, Gianna poi a le pocce a terra. Non vedo l’ora che arrivi questa sera e in discoteca lo farò vedere io a tutte!”
Questi sogni si scontravano fortemente con l’egocentrismo intellettuale di chi viveva al piano soprastante. Chi ha ragione L’arroganza intellettuale, o la non curanza egoista? Entrambe credono di essere al centro del mondo.
“Bum,Bum,Bum” il soffitto risuonò e a ragazza dai capelli rossi abbassò la musica pensando a quell’imbecille che non aveva vita sociale, brutto, e sudicio,e anche sfigato, e offendendolo con tutto il suo giudizio, allo stesso modo di come fece chi i tonfi aveva provocato.
Chi rispose con un tonfo e chi con un gesto,alla fine la ragione se la trascinarono dietro per i capelli, entrambi senza pensare che a se stessi.


Invito ciascuno di quelli che frequentano le mie parole di lasciare una traccia con delle proprie.
Per me è molto importante il parere dell'altro, soprattutto se è negativo. Grazie.


cesare

   
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