E’ difficile per me oggi esprimere parole non già dette durante questi due giorni di lenta e angosciosa agonia che ieri sera ha portato alla dipartita del Santo Padre Giovanni Paolo II. Oggi, Domenica 3 Aprile, si può parlare veramente di DIVINAZIONE. Oggi, seconda Domenica di Pasqua, oggi inizio delle Elezioni Regionali, non si può parlare semplicemente di caso o fortuita accidentalità degli eventi. Giovanni Paolo II ha sempre, infatti, distinto l’appartenenza politica e partitica, da quella religiosa, quasi come fosse teoreticamente impossibile una contemporanea conciliativa appartenenza ad entrambe. Oggi, più che in ogni altro momento della nostra vita, sentiamo la inutilità di tutto e la nostra impossibilità sulle cose del mondo. La nostra miserabilità si schiude e ci rende impotenti. Noi umani siamo esseri che presumiamo di poter avere il dominio su tutto e su tutti, ma ogni tanto la natura o la religione

(per i credenti attraverso la fede, per gli atei ed agnostici o altro, attraverso la non possibilità di cambiare i fatti che accadono) ci fanno rendere conto della completa ed assoluta inutilità del nostro presuntuoso correre verso fini particolari, scopi utilitaristici. Sbagliare è umano ma è anche umano qualche volta rendersene conto. E’ da qui che nasce la integerrimità ed integrità morale espressa più volte dal Santo Padre.
Giovanni Paolo II è stato anche oltre che attore, poeta. Il poeta Mario Luzi ha saputo più che ogni altro vedere nelle Sue Parole, suggerimenti provenire da ben altri Luoghi. Il cantare l’Opera del Santo Padre è costata al poeta Luzi anni di emarginazione e discriminazione culturale.

La triste dipartita di Giovanni Paolo II ha avuto beneficio di quella comunicazione e comunicatività che la Sua Opera ha saputo cogliere per l’affermazione del bene universale su tutta la terra.
Il Santo Padre dopo una lunga sofferenza vissuta con gioia, è finalmente tornato al Padre, all’Origine di tutte le origini.

Simone Fagioli