claudio moica
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Inserito - 20/04/2005 : 17:31:35
Appena eletto il nuovo Papa Benedetto XVI è riecheggiato in tutto il mondo mediatico la parola : RELATIVISMO. Per mia natura non sono amante delle parole che hanno come suffisso “ISMO” anche perché mi tornano alla memoria momenti drammatici della storia del mondo e sono sicuro che basterebbe citarne alcune perché questo sentimento sia trasmesso anche a chi legge. Questo suffisso viene indicato specialmente quando siamo di fronte a movimenti sia religiosi che politici (fondamentalismo, comunismo, fascismo ecc. ecc.), piuttosto che sociale e artistici (cubismo, urbanesimo ecc.) ma anche per definire atteggiamenti (disfattismo, scetticismo) ancora per definire difetti morali o fisici (alcolismo, altruismo) e cosi via. In genere con il senno di poi si evidenziano tutte le caratteristiche negative di tali terminologie lasciando pochi effettivi positivi sia sulla gente che nella storia. Il relativismo è una dottrina secondo la quale ogni conoscenza è soggettiva, relativa cioè al punto di vista di un singolo individuo, e pertanto non esistono verità assolute in campo epistemologico o principi immutabili in ambito etico. In parole comuni ogni individuo è portatore di verità che però non sarà mai assoluta e di conseguenza la consapevolezza che nulla può essere realmente conosciuto. E’ chiaro che cozza in modo palese con quelli che sono i dogma di ogni movimento religioso. Il cristianesimo professa il bene per via di Cristo e riconosce il Lui l’unico elemento che conduce alla conoscenza e all’amore assoluto. Se vogliamo una forma autarchica religiosa cioè io basto a me stesso non ho bisogno di dialogare con nessun altro. Mi sono sentito di fare questo lungo prologo per manifestare la mia preoccupazione, che mi auguro rimanga fine a se stessa, per l’elezione del nuovo Pontefice sia come Cristiano praticante che come cittadino. Mi è sembrato di sentire nelle varie omelie tenute dall’allora Cardinale Joseph Ratzinger un senso di distacco da quelle che è il progredire del mondo, del suo cambiare o meglio evolversi. A mio parere non si può tornare indietro ma bisogna guardare avanti senza dover modificare quelle che sono i punti fondamentali di una qualsiasi filosofia religiosa ma farli sentire attuali nella loro quotidianità. E pur vero che il suo precursore Papa Giovanni Paolo II non ha fatto grandi aperture a tematiche importanti come il sesso protetto, l’eucaristia ai divorziati, il diritto degli omosessuali ma perlomeno ha dato la speranza e dialogato, cercando una via comune da seguire. Spero che le mie sensazioni non diventino realtà ma che vengano clamorosamente smentite. A tutti voi una buona vita Claudio Moica
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