640-004

oramai e’ finita,
sono qua, abbandonata , su questo binario morto della stazione, eppure sono ancora una valida macchina tubi caldaie sono ancora perfetti , ma sembra non servono oramai a nessuno; possibile??.
Che silenzio in questo’angolo della stazione malinconia al pensiero di file di vagoni merci e persone, povere cose le mie trasportate, perche’ il servizio lo svolgevo in zone remote
povera gente in 3° classe , li facevo sentire dei gran signori, “oggi prendo il treno per andate ad Ambivere, staro’ via tutto il giorno...!!” come se Ambivere fosse Firenze S. Maria Novella , certo la sua stazioncina era graziosa e bianca, il binario di raddoppio, lo scalo merci minuto, la casellante con la sua splendida famiglia.
Ad ogni mio arrivo, con il muso a mezzo del passaggio a livello, sbarra abbassata, paese bloccato ai miei piedi, in attesa del segnale di via libera, partivo tra sbuffi e cigolii, ed i bambini rapiti, stringevano le mani ai loro nonni.
Avanti ed indietro, con il caldo o con il freddo , per anni ed anni, quante persone ho visto passare, ma un convoglio ricordo in particolare.
Era il 1946, mi e’ stato agganciato un vagone di reduci dalle deportazioni nei campi
di lavoro forzato e, uno dei sopravvisuti, Marcello Gentiletti, alla stazione di Ambivere, si e’ fermato accanto ai miei respingenti e guardando il mio numero 640-004, si e’ scoperto il braccio e sorridendo mi ha fatto vedere il numero impresso con il fuoco : 640004, ci siamo sentiti fratelli , ed io ho riversato su di lui, tutto il calore dei miei tubi e caldaie, ho cercato di ascigare le sue ferite profonde, ma il pensiero di Clara la sua fidanzatina scomparsa insieme alla guerra, ha rigato di lacrime nuove il viso triste, e sconsolato si e' ricoperto il braccio.
Ma io ancora una macchina valida, in gamba, posso ancora aiutare i grandi e far sognare i piccini, non lasciatemi qua da sola ad arrugginire, per favore sono ancora una macchina valida............
per favore.....................................