chiara
Villeggiante
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Inserito - 01/07/2005 : 23:54:08
Le colline sono sfiorate dal tramonto, il cielo è immerso nel colore, quel rosa che anticipa l’oscurità della sera, il breve silenzio che lascia spazio all’immensa inquietudine. Sta trascorrendo quel momento di singola e profonda concentrazione in cui la mente si isola dal mondo e si sofferma a riflettere su realtà comuni rese uniche per la scarsità di tempo impiegato a considerarle. Sento il dolce sibilo del vento che mi sfiora il volto, che mi trascina i capelli inducendo il mio sguardo a socchiudersi, sottrarsi alla gioiosa manifestazione celeste che sovrasta temporaneamente il mondo e solo così riesco a perdermi nel pensiero più intenso e personale che il momento mi offre. Rifletto sulla pace. È una parola bella, dolce, rassicurante, che fa sorridere, che fa sperare… ma chi l’ha vista mai? Nei gesti della gente, nelle parole delle persone, nel pensiero e nell’immaginazione, è un’idea lontana, troppo lontana, addirittura si crede che non esista, qualcuno lo crede… c’è chi la vorrebbe, chi storce il naso, chi preferisce un mitra puntato alla tempia di una madre che cade a terra come un sacco vuoto davanti agli occhi del bimbo, con gli occhi lucidi, lo sguardo fisso, senza riuscire neanche a parlare, a muoversi, nemmeno a tremare, e osserva la mamma travolta da una raffica di colpi al cuore, china sul neonato che teneva in braccio per proteggere e che ora giace sul terreno umido, bagnato dal sangue. Quel bimbo risparmiato troverà mai la forza di credere nella pace? Io credo proprio di no, credo sia impossibile non odiare qualcuno che ti toglie la famiglia e tutto ciò che hai, ma ti risparmia per testimoniare, come può un bimbo raccontare ciò senza una lacrima che gli scivoli sul viso, a distanza d’anni? È commovente e insieme sconfortante descrivere una tale scena, ma c’è chi ci ride sopra, a chi non importa, chi crede che la soddisfazione giunga da denaro, potere e dominio, ma come si può uccidere una donna davanti al figlio? Come si può ferire un neonato? Come si può terrorizzare un anziano che ti guarda piangendo e singhiozzando cercando di non fare rumore? Come si può provare gusto a vedere gli occhi spalancati di un bambino che ti chiede solo di fermarti? Come si può continuare a colpire con le urla delle madri che ti assillano ogni notte? È terribile credere che ci sia chi di fronte alla morte risponde con la violenza, la rabbia, sorpassando ogni sensazione umana. Provare a rispondere suscita ragionamento e anche vergogna, vergogna di essere incapaci di fronte a tutto questo, vergogna di vivere in un mondo così, vergogna di essere così.
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