Olocausto
No,
non ho più paura
della notte,
della porta che s’apre
sull’ignoto,
inferno o paradiso,
di questo cieco amore,
di tutto quest’orrore,
no, non ho più timore.
E’ un canto che s’innalza
e poi si perde
tra le case,
nei vicoli in cui giace
il corpo morto e freddo
dell’ultimo ricordo.
Dietro il fantasma
chiaro corre e vibra
della nota stonata,
pianto bambino,
la risata beffarda
del trionfo
per i campi bruciati,
fino a toccare il cielo.
No,
non ho più paura
del muto, silenzioso
errante desiderio.
La colonna di fuoco,
urlo di sangue e d’odio,
d’amore e di perdono,
brucia l’oscuro, denso
fiume di carne e luce
dell’ultima mia notte,
nell’estremo olocausto
all’impietrito dio.
© Pietro Sassi