Interludio
Come una foglia secca
in un precoce autunno
da un alito di vento
catturata e dispersa
nell’aria che s’oscura,
quel che resta di me,
nell’inganno degli anni,
stancamente si perde
senza cercar salvezza
in passati rifugi,
in futuri risvegli.
Non un nascosto ordigno
all’improvviso esploso
nell’apparente stasi
di pace silenziosa,
non l’inatteso rombo
di nembi minacciosi
a rompere l’incanto
d’istanti luminosi,
solo il lento cadere,
scivolare del sasso
nell’immobile stagno.
Forse l’opposto auspicio
dell’oro e del turchese,
nel giorno già visione
di tiepidi germogli,
è un palpito leggero,
il fuggente elevarsi
a voli lontananti,
si muterà l’osare
d’iridescenti spazi
nell’avanzata informe
d’un cieco scolorare.
© Pietro Sassi
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