“Siamo venuti per adorarlo”, questo è stato il tema della XXª Giornata Mondiale della Gioventù a Colonia.
Noi volontari siamo stati accompagnati da questa frase per il periodo antecedente la Giornata Mondiale della Gioventù, per tutti i 12 giorni trascorsi a Colonia, e come impegno che abbiamo messo nello zaino per il ritorno.
Questa frase, per noi significava vivere da volontari la Giornata Mondiale della Gioventù servendo gli altri che erano l’immagine di quel bambino che anche i Magi “ sono venuti per adorarlo”.
Anche noi, come i Magi, ci siamo messi in cammino e in gioco, per trovare nei pellegrini e negli altri volontari il volto di quel Bambino da servire e da accompagnare.
Come i Magi sono arrivati a Betlemme, perché si sono fatti docilmente guidare dalla stella, anche noi abbiamo imparato a scrutare i segni con i quali Dio ci chiama e ci guida.
Durante questa nostra prima Giornata Mondiale della Gioventù abbiamo potuto vedere e capire che Gesù non si stanca mai di parlare al nostro cuore e che la sua Parola è l’unica forza per continuare nella vita.
Ci sono stati momenti di sconforto e di smarrimento, quando si vagava per chilometri verso un luogo e un compito oscuro, ma non ci siamo fatti vincere dall’abbattimento e armati di pazienza e di buona volontà abbiamo prestato il nostro servizio buttandoci alle spalle le scomodità, le incomprensioni, la stanchezza e servendo chiunque ci chiedeva aiuto, poiché per molti quella maglietta rossa con la scritta “volunteer” significava “àncora di salvezza”.
Alla fine dell’esperienza, stanchi più che mai, eravamo soddisfatti del nostro piccolo contributo che avevamo potuto offrire.
Carichi d’emozioni e di gioia vogliamo trasmettere agli altri il significato di quella frase: “Siamo venuti per adorarlo”.
La stella che abbiamo seguito per giungere a Colonia, che ci ha accompagnato durante la XXª Giornata Mondiale della Gioventù, non ci ha lasciato solo un bel ricordo, ma l’impegno di trasmettere a chiunque incontriamo la gioia di “averLo incontrato.”

La mia profe che voleva sapere qualcosa su Colonia e la giornata mondiale della gioventù e sono molto felice di accontentarla.
Lunedì 15 agosto, ore 5:00…il primo giorno di GMG comincia presto: il ritrovo sul piazzale della stazione di Brescia per la S. Messa; sarebbe l’inizio di un’impresa ardua: facce assonnate, zaini stracolmi, ma la voglia di sentirsi parte di un grande evento e di vivere in un’atmosfera mondiale supera tutto.
Le 15 ore di viaggio che ci attendevano spaventavano un po’ tutti ma dopo essere saliti sul quel treno con il nostro “super zaino” da 10 kg in un salto ci siamo trovati a gironzolare per le vie di Colonia.
Arriviamo a destinazione alle 21:00 dove ad attenderci c’è qualche goccia d’acqua; nonostante il maltempo ci dirigiamo zaino in spalla verso la scuola dove saremo ospitati per il resto della settimana.
Sfortunatamente stasera niente cena, (ma ci abitueremo presto visto le prelibatezze che daranno da mangiare!)
Finalmente c’eravamo trovati…”vanimus adorare eum”…il motivo per cui tutti i nostri cuori si accendevano e diventavano una cosa sola.
E così inizia l’avventura verso Colonia, in una città invasa da migliaia di giovani, immergendoci e sentendoci parte di una fasta continua, dove per strada ci si lascia coinvolgere nei balli, nei bans, nell’ inno nazionale, nell’…”italiano batti le mani”…cantato senza sosta, mentre intorno passavano e salutavano francesi, spagnoli, portoghesi, polacchi, americani, brasiliani… un mosaico di colori, di bandiere, di scambi di gadget che superano i disagi: la stanchezza, il dormire poco e male, il mangiare (mangiare?!) non si sa decifrare bene cosa, i bangi chimici.
In ogni caso guardandosi in volto ci si rendeva conto che avevamo ancora un grande serbatoio di energie e di entusiasmo da spendere, ancora inconsapevoli che la nostra stanchezza sarebbe stata ripagata e la nostra felicità moltiplicata.
E’ davvero bello vedere tanta gente diversa per età, lingua, colore che si diverte insieme con giochi semplicissimi.
Arriviamo così al sabato.
La sveglia è puntata alle 6:00; colazione veloce e poi tutti in marcia verso Marienfeld (campo di Maria), la spianata dove si terranno gli incontri con il Santo Padre.
All’ arrivo ad attenderci c’è un cielo alquanto preoccupante e una temperatura non proprio estiva.
Ci accampiamo nella zona assegnata e aspettiamo l’arrivo del papa.
La giornata trascorre tra balli e concerti.
Con il passare del tempo il cielo si rasserena.
Arriva un sacco di gente; già prima di sera tocchiamo le 800.000 presenze.
Benedetto arriva puntuale, le due ore di veglia, nelle quali ci invita a “metterci in cammino per quel pellegrinaggio interiore che si chiama adorazione” e ci mostra esempi di uomini e donne che hanno cercato costantemente quel Dio che ci indica la strada, passano rapidamente.
Sui maxischermi appare ogni tanto l’immagine aerea del campo immenso illuminato dalle fiaccole…uno spettacolo da togliere il fiato.
Ora è arrivato il momento di andare a riposare ma le sorprese non sono ancora finite; a parte qualche topino qua e la dobbiamo fare i conti con l’umidità che è “andata a mille” e rende ancor più fredda questa notte, già non troppo calda, rendono ancor più difficile il riposo.
Il mattino dopo ci svegliamo nella nebbia, infreddoliti e bagnati dall’umidità, ma carichi di attesa per la Messa conclusiva.
Mentre la folla continua ad aumentare toccando 1 milione di presenze, arriva l’ora della S. Messa, l’ultimo momento che ci vedrà riuniti tutti insieme per questa GMG.
Il nome di Benedetto viene più volte scandito ma inevitabile un brivido sale quando a più riprese viene invocato ed applaudito il nome di Giovanni Paolo.
Il treno per il ritorno è previsto per le 23:45: una manciata di chilometri ci separano dalla stazione.
La partenza è puntuale mentre l’arrivo non troppo, abbiamo solo quelle 8 ore di ritardo a causa di alcuni allagamenti in Svizzera: pensavamo di pranzare a casa invece non arriviamo neanche all’ora di cena.
Giungiamo a Brescia sfiniti alle 22:00 con un sacco di gente ad aspettarci.
La GMG e i suoi bagni di umidità, di sorrisi e parole degli amici e anche di chi mentre aspetti la metro comincia a parlarti come se lo conoscessi da una vita, i momenti di preghiera e i gioiosi momenti di festa dimostrano che la Chiesa è viva e che i giovani sono il fuoco che la fanno ardere; queste emozioni continueranno a pulsare dentro di noi, perché nemmeno volendo è possibile scordarle e noi abbiamo avuto la fortuna e l’onore di viverle.
Anche questa esperienza è finita; ora sta a noi l’impegno affiche qualcosa rimanga e porti frutto.
Siamo andati come i Magi per adorarlo portando a casa coraggio, forza nella fede e speranza nella vita.