L’estate era finita già da un bel pezzo e le lacrime del cielo cadute dalle nuvole grigie ne erano la prova. E il dodici settembre era arrivato.
Ero agitata al pensiero di riprendere le mie “fughe notturne” da casa per rincorrere una corriera che avevo rimosso dalla memoria per tre mesi…
Sono arrivata a scuola e cercai la mia aula.
Erano tutti in classe, mi guardavano e io li guardavo, in silenzio.
Perché ero qui? Dov’era la mamma e il letto caldo che avevo appena lasciato? Ma soprattutto dov’era il sole che aveva regnato sovrano per tutta l’estate, che ci aveva donato l’abbronzatura più invidiabile e le angurie più rosse e succose?Ho paura…I miei vecchi amici non ci sono…Come appaio?
L’insegnante di Economia Aziendale smorzò la tensione di quel momento: si presentò e ci mise su-bito a nostro agio incoraggiandoci a fare lo stesso tra noi.
Mi dovevo alzare, stringere le mani ai miei nuovi compagni di classe, sorridere, dire il mio nome, serbare nella memoria quello degli altri…Pensavo che non sarei mai riuscita a ricordarli tutti, ma…
Oggi li chiamo tutti per nome e, sebbene il sole si faccia ancora desiderare, dentro di me arde la vo-glia di vivere al meglio questo nuovo anno scolastico.
Tuttavia non essendo una persona eccessivamente espansiva, riesco a manifestare la mia contentez-za in maniera molto sottile, quasi impercettibile alle persone che mi circondano. Vi posso assicurare che l’armonia in classe è la cosa più importante e io sono sicura di averla trovata…Quegli sguardi spauriti, timidi, vispi, assonnati, quegli sguardi ormai maturi e consapevoli sono diventati gli spec-chi dei nostri sogni, desideri racchiusi nelle stelle delle tanto amate notti d’estate, monete gettate in una fontana con l’atteggiamento ironico di uno che pensa “io non credo nella fortuna”…
Già, la fortuna…La scusa maggiormente utilizzata dalle persone per giustificare le cose belle della vita che si trovano sul cammino, quelle lasciate di proposito dalle altre persone, dagli amici.