-IN DOPPIOPETTO
Vi osservo, seri
in doppiopetto
ridondanti del vostro ruolo.
Andate, correte e venite
con auto sempre pulite
con le camicie stirate di fresco
e le impeccabili cravatte
annodate anche nell’afa d’estate.
Omologati
da un orologio padrone
che scandisce
le nevrosi quotidiane.
Vi vedo stanchi
nelle vostre belle case
fredde per rappresentanza.
Le mogli disilluse
e i figli dei quali non sapete
umiliati dal vostro ignorare.
Vi guardo intenti
alle vostre scrivanie
a farvi sacerdoti di un dio gretto
a snocciolare rosari di perdite e profitti.
A nutrire di bile il vostro fegato
a ingoiare pasticche da tachicardia
dimentichi di quelle note di chitarra
che ancora echeggiano
nelle spiagge d’estate.
Dimentichi delle risate tra i banchi
e delle felpe sacrificate all’apparire.
È allora
quando tutto questo vedo
che ringrazio il cielo
per non essere mai cresciuto.
yama