Avremmo messo insieme i nostri cocci
e leccato a vicenda le ferite
m’avevi detto.
Io che davo per certo che Afrodite
non l’avrei più rivista nel mio letto
t’ho dato retta.
Non fu il rimpianto dei perduti di’,
non fu paura
ne disperazione
ne noia,
non fu compassione,
solo ho pensato: “Peggio di così…”
E ho acceso il fuoco,
ho aperto la finestra,
ho smacchiato il velluto del divano,
ho fatto un po’ di posto nell’armadio
per un amore di seconda mano.
Per un amore tra due poveretti,
tra due relitti appiccicati assieme
da un briciolo di sciatta tenerezza
senza pretesa di volersi bene
tanto così, per mantenersi a galla,
per riscaldarsi i piedi dentro il letto.
Ma chi l’avrebbe detto
che dopo tanto tempo
il bruco diventava una farfalla
e un cigno l’anatroccolo sgraziato;
chi avrebbe mai pensato
che il principe ranocchio adesso balla
nel castello incantato
con Afrodite ancora
e con Erato.