chiara
Villeggiante
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Inserito - 20/10/2005 : 10:43:48
9.00 lunedì, 10 ottobre 2005Quando un pensiero pervade l’animo nostro per notevole passar di tempo, ecco che del ricordo permane la presenza e, seppur volendo, non siamo in grado di allontanare il fatto, spesso con dettagli netti ed immediati, talvolta gradualmente integrato nei più rilevanti particolari. D’ogni ricordo vi è un duplice contraddittorio aspetto: d’un momento che ci rese preda di istantanea o lungamente durevole gioiosa emozione, non resta che il sorriso che ridipinge i nostri tratti nel dolce sentirne il perdurare, ed in seguito ci coglie un angoscioso sentimento, di desiderio illuso di ritorno. Qualora il pensiero si rivolga ad un soffrire, il momento primo del nostro ricordare ferma il nostro agire, concentra lo sguardo verso il vuoto, per poi farci ricadere in un tenero abbraccio di fraterna presenza, ed è questo il ricordo più benevolo, perché intimo. Ebbene, se si rincorresse interminabilmente la gioia e poi si trovasse, infine non rimarrebbe altro che il bramoso desiderio di tornarvi. È quando il dolore ci attraversa e vi lascia l’ombra che il nostro essere inizia a vivere, a crescere, ed il ricordo è riflessione, sereno compiacimento.
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