Mercedes
Emerito
Italy
106 Inseriti
100 Gold
111 Punti Rep. |
Inserito - 19/01/2006 : 19:17:47
Pensieri La moda che impera oggi (sono gli anni 2005) è costituita da giacchine strette, garbate al corpo e corte ai fianchi….e gonnellone. Belle, variopinte gonnellone, sia estive che invernali, in tessuto adeguato. Questo mi riporta alla mente la mia gioventù. Ero bella allora, occhi neri e capelli corvini, magra e slanciata. Una cosa è certa, non passavo inosservata malgrado fossi giovanissima, e vestita alla moda di allora, appunto, con giacchine strette e ampie gonnellone. Erano gli anni della guerra ed io, mia sorella, maggiore di me, ed una amica abitante nello stesso casamento, ci divertivamo a creare i nostri modellini. Casalinghi e graziosi, fatti con scampoli di tessuto dalle tinte vivaci. Erano gli anni oscuri della guerra, e noi, ragazze di buona famiglia, passavamo i nostri pomeriggi a studiare e a divertirci così, cucendo e improvvisando, mentre le truppe tedesche giravano in città. Questo ricordo mi mette ancora il gelo nel cuore…..La nostra amica Lyda abitava al piano terra di un grande casamento che aveva quattro aiole che dividevano il fabbricato in quattro corpi. Scendendo da casa nostra eravamo dinanzi alla porta della sua casa, un piccolo appartamentino, grazioso e allegro che divideva con i suoi genitori ed il fratellino. Eravamo sempre di buonumore, e con l’incoscienza della gioventù non ci rendevamo conto delle restrizioni, dei pericoli….Io ero la più piccola, e Lyda la maggiore. Quindici, quattordici, tredici, ma già adulte, perché in guerra, non si ha tempo di essere bambine, non ci si può prendere il lusso di vivere l’adolescenza con spensieratezza. Eravamo giovani, ma molto coscienti…..Le truppe tedesche erano in città, e nel mio quartiere vi erano famiglie di ebrei. Nel mio casamento ce n’erano tre, e quando vedevamo le squadre armate girare sapevamo cosa cercavano……La casa della mia amica aveva un saloncino non molto grande ma confortevole e su una parete alla destra della porta di casa (vi si accedeva direttamente dall’ingresso) in alto, a non più di venticinque centimetri dal soffitto scendeva verso metà parete un arazzo. Dovrei dire che faceva pomposamente mostra di se un arazzo con scene di caccia. Ogni volta che entravo mi immergevo in quel bosco con dame e cavalieri, e cavalli…e cani e….un’atmosfera serena, piena di verde, luminosa. Quell’arazzo celava, però, un’apertura, una finestra aperta su una intercapedine che misurava un metro o poco più, fatta, forse per pareggiare un muro e rendere la stanza più regolare. .Quel giorno, quando entrammo, mi accorsi che c’era qualcosa di diverso nell’aria. La mamma di Lyda era pallidissima, sembrava di gesso, e con lo sguardo smarrito. Alberto (il fratello) era confuso e il papà Antonio con falsa allegria ci salutò e poi si avviò verso l’uscita per andare al lavoro. Doveva aprire il suo negozio di alimentari. Con aria da cospiratrice Lyda si avvicino e ci confidò che…… Io e mia sorella sbarrammo gli occhi impaurite. Nel palazzo qualcuno aveva fatto la “spia” ed i militari tedeschi tedeschi stavano cercando…..E ciò che cercavano era li, dietro quel muro. Tempo non ce n’era chè, nel giardinetto antistante, sentimmo dei passi pesanti e le gutturali voci dei tedeschi. I giovani, spavaldi ed incoscienti come noi hanno delle risorse inaspettate e tanto fu rapida la nostra azione da sembrare addirittura concertata in anticipo. Mentre la signora Minghina tirava fuori il vino e i bicchieri, Alberto metteva un disco e io venivo “addobbata” con un copritavola damascato dai colori sgargianti, rosso e verde. Drappeggiato alla vita, lungo, e con un velo sulla testa, un ventaglio nella mano destra improvvisai una danza….un “flamenco” mentre Lyda e Gabriella saltellavano e battevano le mani al ritmo musicale. Fu un attimo di angoscia coraggiosa, ed i tedeschi entrarono con i mitra spianati. “Kamarad, kamarad….vieni, balla con noi” Tre ragazzine sfacciate e ridenti….Mi chiedo ancora oggi chi ci diede la forza di mostrarci così sicure. C’è una sola risposta possibile….. Il vino sulla tavola,, la danza, l’allegria….I militari si misero a ridere. Ai loro occhi eravamo tre ragazzine incoscienti che giocavano a fare le “grandi, e mentre mettevo nel ballo tutta la foga e l’abilità di cui ero capace, uscirono. Non vinsi una prova di danza, ma tutte noi vincemmo qualcosa di ben più importante. Dietro quell’arazzo c’era un’intera famiglia nascosta, e tra loro c’era un bimbo piccino che dormiva, e non si svegliò, e non pianse. Ecco, non pianse. Oggi mi vengono i brividi a pensarci, ma allora ero fiera di noi tutti, spavalda e coraggiosa. Ero giovane, ero bella…e avevo solo tredici anni! Tutto questo mi è tornato alla memoria per un gonnelline colorato. Eh! Si, la mente va e rivive parte della vita come estraesse a comando una cartella da un dossier. O no, meglio…si, anzi meglio un pc un personal computer. Perfetto. Spingi un tasto e entri in documenti
Mercedesmarconi
|