zanin roberto
Senatore
Italy
285 Inseriti
114 Gold
290 Punti Rep. |
Inserito - 21/01/2006 : 10:40:12
IL PIU GRANDE UOMO SCIMMIA DEL PLEISTOCENE di ROY LEWIS romanzoROY LEWIS, giornalista del Times e dell'Economist, ha scritto un divertente libro intitolato IL PIU GRANDE UOMO SCIMMIA DEL PLEISTOCENE, stampato per la prima volta nel 1960. L'invenzione straordinaria è l'ambientazione, in una Rift Valley africana, dove gli ominidi si sono evoluti in Homo Sapiens, 500.000 anni fa, nel Pleistocene. Immaginare la quotidianità di un protagonista, l'ominide Edward, che di invenzione in invenzione, di intuizione in intuizione, di progresso in progresso, spinge l'evoluzione in maniera repentina, con ironia e senso del progresso e l'entusiasmo di un rivoluzionario utopico. E' un libro nuovo, dove essendoci poche certezze storiche di quel periodo lontanissimo, l'autore può permettersi di creare situazioni e personaggi proiettati dal mondo moderno, ecco allora l'ulcera da carne cruda, lo stress per i lupi che divorano i bambini piccoli, la vedovanza delle zie per colpa di leoni e ippopotami,la necessità di rubare il cibo alle iene e ai sciacalli, la risoluzione del domare il fuoco, fino a chiedersi che cos'è la cultura? Dice il figlio di Edward: -" Che cos'è la cultura,papà? " - chiese Oswald,con la bocca piena di carne di elefante. - " Fin dove dobbiamo spingerci,papà? Pensavo che stessimo già più che bene! " - -" Schiocchezze " sbuffò papà - " Stiamo bene? Fra poco avrai il coraggio di affermare che ci siamo perfettamente adattati all'ambiente. E' quello che dicono tutti quelli che si sono stancati di evolvere...... In certi momenti penso che tra le orecchie tu non abbia niente " - Ho letto questo libro molti anni fa, nel 1992 ma ogni volta che qualcuno mi domanda di consigliarli un libro da leggere, il mio pensiero va a questo romanzo, perchè nella sua semplice costruzione sfida il lettore sul piano delll'invenzione logica, dove le conoscenze di antropologia diventano strumento per giocare con l'evoluzione, vista dal protagonista come raggiunta e inconsciamente criticando un Homo Sapiens del XX secolo in crisi di valori. ROY sa costruire con intelligente ironia le improbabili trovate di questo primo genio della storia dell'uomo e se c'è in fondo una malinconica presa in giro delle debolezze e delle miserie umane è solo un atto dovuto alla nostra civiltà, figlia di quella lontana evoluzione. Non sapremo mai quale ominide domò il fuoco, se lo fece per una coincidenza fortuita o perchè il suo volume cerebrale era finalmente sufficiente alle speculazioni intelettive necessarie, quanto tempo ci volle per capirne l'uso e la natura, ma con questo racconto ci potremmo immaginare verosimili scenari che non avranno mai la consacrazione delle cronache scientifiche ma che ci faranno riflettere sul nostro cammino, lungo e doloroso che all'inizio era una flebile speranza di sopravvivenza. Sono sicuro che lo leggerete con scioltezza, esorcizzando un passato che ci appartiene ma che è ormai solo una infinitesima matrice genetica. buona lettura. di Zanin Roberto
|