“Il Paradiso”Era stata una gran locomotiva, dagli anni 50 vanto del suo progettista e di quanti
l’avevano condotta, accudita, riparata e tenuta in efficenza per tanti anni.
Ma la tecnologia e la mano dei vandali, negli utlimi anni, avevano lasciato impietose
ferite in tutte le sue strutture.
Era da tempo ferma in un deposito, e, solo grazie alle amorevoli cure di un
gruppo di appassionati, riviveva , una volta all’anno, splendida nella sua livrea originale,
alla festa annuale dello scalo “Milano Smistamento”.
Ma infine, i continui tagli ai bilanci gia’ esigui, la necessita’ di sicurezza nei treni, ne avevano
decretato la sua fine, decisa per il 9.4.2006, mediante fiamma ossidrica e smaltimento rifiuti
tossici delle sue apparecchiature.
Ma una settimana prima, in una notte senza luna, un branco di teppisti entra di nascosto nello scalo,
ed adocchiatala per il suo splendore, cominciano ad imbrattarla di vernice ed a cospargerla di benzina ma, quando la scintilla sta’ per essere accesa, accade qualcosa di imprevisto....
la locomotiva si scuote, raggiunge i 300° di temperatura, ustionando gli incauti che ancora si attardavano attorno a lei, e comincia a muoversi, all’inizio lentamente , poi sempre + veloce,
tutti gli scambi e segnali imporvvisamente “a via libera”, e sul rettilineo tra Porta Vittoria e Rogoredo, il magico decollo.
La temperatura raggiunge i 3000° e la struttura molecolare della locomotiva si trasforma, il passaggio tra la nostra dimensione, ed un’altra sconosciuta, si apre, ed essa scompare definitivamente nella notte.
Si sente viva adesso, coma quando uscita di fabbrica, correva potente e fiera, lungo binari , ponti , montagne e meravigliose pianure, ma dal buio dove corre, e’ attratta da una luce lontana, che profuma di fesco, di erba e pulito.
Si dirige a tutta forza ed all’imporvviso “plana” dentro un profumatissimo prato su una collina di fronte a spazi e montagne sterminati e si ferma, mentre una voce calma e gentile le comunica :
“fino a qui sei arrivata, dolce loco si’ tanto addolorata,
null’altro dovrai temere, se non la fragranza dell’erba,
e dal vento dolcemente accarezzata,
compiaciti della tua bellezza, e di te stessa
nel tempo e nello spazio, diventata oramai sei la padrona ! ”