E se la Monotonia fosse la madre della Costanza, chi sarebbe il padre di tanta bellezza e chi la zia?
Queste si che sono domande essenziali?
Riproviamo…
Quando in una vita apparentemente Monotona nasce il sole della Dignità?
Direi meglio
Monotonia era incinta, una gravidanza mal sopportata la sua, erano ormai cinque mesi che quel seme non voluto le si era impiantato in grembo.
La donna non gustava più nulla della sua vita, ogni giorno era identico al precedente e alla vista del domani, il suo cuore non fremeva neanche più.
Quante volte si era chiesta che senso avesse quella vita priva di ogni emozione, e la risposta era sempre la stessa: la sua vita non aveva alcun senso.
I mesi trascorsero, tra un si e un no, tra un forse e un ma, tra uno sbuffo ed un non so, tutti proferiti senza esser profondamente sentiti, ma come spesso si suol dire il suo parlare era solo di facciata al profondo scoramento che le devastava l’anima.
Un mattino tra i tanti, giunse a farle visita sua sorella Pazienza rientrata da un lungo pellegrinare, e con lei restò sino al momento del parto.
Il sole splendeva alto il giorno in cui Monotonia diede alla luce la sua splendida bambina, e il primo vagito della piccola la scosse tanto profondamente da ridestarla come da un sonno profondo.
La bambina era figlia della luce e quando Monotonia la guardò per la prima volta in volto non ebbe alcun dubbio nel scegliere il nome:
Ti chiamerai Costanza. – Disse Felice.
Monotonia uscì dall’ospedale stringendo al petto la sua piccola Costanza, mentre Pazienza la precedeva facendole strada.
All’uscita dell’ospedale un enorme mazzo di fiori ostruiva il passaggio alle due donne, che sorprese quanto infastidite tentarono d’oltrepassarlo, ma improvvisamente videro sbucare da dietro il padre della piccola Costanza, Dignità.
Monotonia non credeva ai suoi occhi e tra le lacrime raggiunse Dignità, l’unico uomo che avesse mai amato, ed insieme stringendosi in un caldo abbraccio ricostruirono la loro tenera famiglia.
Monotonia uscì dall’ospedale sotto al braccio di Dignità, mentre Pazienza al loro fianco cullava la piccola Costanza, e chiunque li vide camminare insieme non poté frenarsi nel pensare quanto fossero Felici.
La Monotonia non potrà mai essere compagna della Dignità, sino a quando accompagnata dalla Pazienza non avrà generato la Costanza, solo allora Dignità e Monotonia potranno camminare per mano per le vie della vita.
Pertanto quando tra le lacrime della Monotonia, scorgerai la luce della Pazienza, ricorda che:
La tua Costanza ti renderà Dignità
La sola spiaggia che non smetterò mai di cercare: quella del sorriso