Cercavo
nelle tasche
svuotate
colorate
farfalle
per tornare
a volare.
Sul grigio riflesso di un muro
che rifrange costretto l'asfalto
sanguina ancora un papavero
sgargiante il colore dell'estate.
Strana e rossa solitudine
come di labbra protese
sullo specchio quasi spento
di un pallore grigio muro.
Tra queste case
e queste strade
spettinavano le trecce
mille secoli di vento.
Ricordavo vecchi muri
che i silenzi di bambina
dipingevano di vita
con le forme conosciute
di incantesimi segreti
e luci colorate di città
Camminando tra i ricordi
la memoria mi ha spezzata
e mi ha lasciato confusa
tra il presente ed il passato.
Il mio uomo
non era il mio uomo.
Non era il mio uomo
un uomo,
ma solo un bambino
confuso.
Capita.
Ed io l'ho amato
lo stesso.