Renato Attolini
Senatore
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Inserito - 19/07/2006 : 19:42:01
Le vicissitudini di una famiglia milanese, i Corti, dagli anni ’50 fino ai giorni nostri, un po’ sulla falsariga de “La meglio gioventù”. Gli eventi socio-politici s’intrecciano con le vicende personali dei protagonisti, Liliana sopra di tutti volenterosa ragazzina che fa le veci della madre operaia accudendo ai tre fratelli minori, quando lei è in fabbrica a lavorare, continuando con eccezionale profitto negli studi. La laurea conseguita con notevoli sacrifici ed inframmezzata da una cocente delusione d’amore è la rampa di lancio che la porterà ai vertici di una potente società, mentre il successo arriderà anche agli altri fratelli sia pure in campi diversi. L’autrice anche stavolta non dimentica le ambientazioni della metropoli lombarda sia quella periferica e proletaria a lei (loro?) tanto cara che quella alto-borghese artefice della “Milano da bere” e dello yuppismo ed “edonismo reganiano” che contrassegnò gli anni ’80. Sono anche i cosiddetti “anni di piombo” e la famiglia Corti ne viene coinvolta pesantemente. La scrittrice, come in altre occasioni, cambia ovviamente i nomi, ma i riferimenti a certi personaggi di quell’epoca sono evidenti. Il segretario socialista della Camera del Lavoro milanese dalla robusta corporatura e dagli occhiali grandi e spessi lascia ben poco all’immaginazione e la vicenda del papà di Liliana, Renato Corti responsabile sindacale, se pure vive e lavora a Milano ha troppe analogie con quella di Guido Rossa ucciso a Genova dalle Brigate Rosse per essere una pura coincidenza. Un romanzo come il solito ben confezionato dove tutti gli ingredienti ed i sentimenti umani sono presenti, l’amore su tutti ma non solo quello di coppia ma quello che lega profondamente i componenti di questa famiglia. Per i fans della scrittrice (scrittori?) un’altra storia che si legge con la stessa facilità con la quale si beve un bicchiere d’acqua fredda in un caldo giorno d’estate.
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