La vedevo sorridere. Treno affolato, giornata gelida, timidi raggi di sole che riscaldavano la mia faccia. Sorrideva e basta. Sorrideva al suo ragazzo. Fece spallucce e gli passò un pezzo di carta. Non un sms, non un mms, non un email, nooo --- un semplice pezzo di carta.
Vidi il controllore, scivolai la mano nella tasca ed estrassi il
biglietto, facendo la faccia infastidita di chi non voleva essere
scocciato... poi la guardai e la rividi sorridere, questa volta al
controllore. Sorrisi anch'io, perchè dovevo imbronciarmi? Era cortese, sembrava un cordiale uomo di provincia.
Sorrise di nuovo al suo ragazzo, gli sfiorò la mano, poi si alzò e si
allontanò... lui la guardo, sorridente e felice mentre lei si avvicinava.
Le finestre del treno assomigliavano a uno schermo del cinema che faceva scorrere ininterrottamente immagini di campagna... la neve, quà e là uccelli che svolazzavano, tratti di nebbiùn. Un real tv fatto di realtà e quotidianità... possibile che ce ne fossimo così dimenticati...
Ora la ragazza prese in mano il cellulare, lo guardò, si impensierì, poi lo chiuse e lo rimise nella tasca. Poi anche lei si mise a guardare fuori dalla finestra con divertità curiosità.
Poi capii, mi veniva da scrivere, non lo facevo da quattro anni...
scrivere è sempre un po' sorridere.
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