zanin roberto
Senatore
Italy
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Inserito - 30/12/2006 : 15:49:22
LA FINE DELL'ANNOLa fine dell'anno si annunciava con scarso interesse, gli ultimi gesti del 2006 si consumavano nell'assoluta indifferenza, gli uffici si addensavano di carte e nei ripiani decentrati si evidenziavano le bottiglie di spumante accantonate per un'improbabile brindisi. La "grande madre", la ditta sorta nel 1955 aveva le ore contate, mancavano solo due giorni solari e un'ora di lavoro per concludere la sua vita ufficiale, stava per cessare la sua attività di SPA per diventare e trasformarsi in una divisione anonima di un Gruppo che ne aveva assorbito marchio e anima. Erano passati tre anni e sei mesi da quando il vecchio titolare l'aveva venduta con la solenne promessa di non sconvolgerne l'essenza, ne di toccare il personale, ma si sa che in economia le promesse morali hanno valore solo momentaneo, del resto proprio Lui era passato sopra tante volte all'etica per il guadagno, ora la ditta languiva nel suo canto del cigno. E' vero, il marchio restava, con i suoi colori sociali, arancio e bruno, ma era svuotata della sua personalità. L'ultimo assalto le era stato portato tre mesi fa, con la messa in mobilità di quattro impiegati, due ormai alle porte della pensione ma che si erano immaginati un distacco più onorifico e gratificante magari con la preghiera di restare ancora un pò per dispensare la loro esperienza, e così la memoria storica dell'azienda si assottigliava, i corridoi anneriti si svuotavano dei frequenti passi, i termosifoni spenti gocciolavano di tanto in tanto freddi, i muri sembravano stanchi e le crepe si allargavano in una smorfia di infinita malinconia. A volte nel silenzio qualcuno giurava che l'edificio si lamentasse. Si vociferava che il piano adibito ad amministrazione sarebbe stato affittato e l'ingresso principale suddiviso in due opzioni direzionali, proprio dove il lineolum verde bottiglia era ancora segnato dall'impronta del vecchio bancone d'ingresso a mezzaluna che era la "ricezione" dismessa anni prima. Un foglio stampato a laser, colorato nei caratteri, augurava BUON NATALE, ma volutamente non "buon anno nuovo", quasi si avesse avuto il buon senso di non sottolineare che con il 2007 la vecchia azienda sarebbe morta. La fine dell'anno era fredda e il grigio si diffondeva ovunque, poco valevano le luci colorate intermittenti degli addobbi natalizi esterni per vivacizzare l'atmosfera, anzi quest'anno non si era nemmeno allestito l'albero di Natale interno, ...e chi aveva voglia di farlo?...mentre per la prima volta, il comitato di quartiere aveva montato tra i due abeti esterni una stella cometa grande tre metri, ma troppo bassa, da sembrare più un'insegna commerciale, come quelle classiche dei film americani, nelle stazioni di servizio, isolate in mezzo al deserto, squallide e consumistiche che ti ispirano malinconia e degrado. Il pandoro nella sua bella confezione turchese spuntava vicino alla fotocopiatrice, a ricordare che comunque si era in periodo natalizio, dove la tolleranza e la pace dovrebbero trionfare. Squillò il telefono, i due impiegati si guardarono stizziti, scossero la testa, mentre gli squilli reclamavano risposta, da un secondo ufficio attiguo, con la porta aperta, si confermò di lasciarlo suonare, il lavoro era soffocante, erano rimasti in pochi, e mancavano pochi minuti alla fine della giornata, entrò un trasportatore esagitato per la fretta, fu subito tranquilizzato che tutto era pronto, i documenti di accompagnamento della merce, avrebbero fatto straordinari anche quel giorno, a dispetto delle loro famiglie che li reclamavano almeno per l'ultimo dell'anno. Un impiegato veterano si alzò, si tolse gli occhiali dal naso e li ripose nel taschino della camincia in jeans, allungò le braccia in avanti stiracchiandosi, guardò a 360 gradi la stanza, si lasciò rapire da una foto del gruppo di dipendenti con il vecchio titolare, poi si vesti del suo giubbotto, ripose le penne e gli evidenziatori nel cassetto, la cucitrice e il righello nell'armadietto, sbarrò il giorno venerdi 29 dicembre 2006 e salutò i colleghi: - " Auguri ragazzi,...auguri Sandro, alla tua famiglia, auguri Franco e anche a tua moglie e figli, auguri Enzo a te e ai tuoi familiari, buon anno!" - si strinsero le mani con forza, si girò e si trovò la strada sbarrata dalla figura esile ma nervosa del direttore amministrativo, vecchio predatore e giustiziere, anche lui congedato che disse: - " Auguri di buon anno a tutti e...condoglianze per la fine e la morte della vecchia azienda !" - sorrideva quasi compiaciuto del suo sottolineare sarcastico. L'impiegato se ne andò lungo il corridoio semibuio, per la mania del direttore di spegnere le luci per risparmiare, commosso per l'ultimo atto di un'azienda a cui aveva dedicato tante energie, ma passando davanti all'orologio segnapresenze, che lui non timbrava perchè di prima categoria, senti chiaro che ci fu uno scatto e il led si illuminò per un'istante impercettibile, si fermò a fissare l'orologio, alzò lo sguardo al cielo coperto di nuvole, aspirò l'odore di resina dei cipressi, quindi al buio disse: - " Addio vecchia SPA ! "- Nel silenzio della sera se ne tornò ai suoi affetti ma sapeva di aver perso un pezzo del suo mondo con la fine dell'anno. di Zanin Roberto zanin roberto
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