I suoi occhi dentro i miei erano lame taglienti che mi perforavano il cuore.
Capii subito che non lo avrei più rivisto.
Era pieno autunno e quel giardino sembrava ancora più bello.
Tutto intorno a noi sembrò fermarsi come un film messo in pausa. Le foglie dagli alberi che ci circondavano cadevano lente ma inesorabili.
Davanti alla nostra panchina si ergeva una statua bellissima intitolata a Camillo Benso Conte di Cavour.
Ci osservava come se capisse il dolore che iniziava ad uscire da tutti i pori del nostro corpo.
Comincia a piangere. Prima una lacrima mi rigò il viso, poi un'altra, poi un'altra ancora, fino a quando non scoppiai in un fragoroso singhiozzo.
Mi voltai di scatto verso la statua e, per un attimo, sembrò che anche lei piangesse. Avevo sempre creduto che lui fosse il vero amore, la mia anima gemella, l'unica persona che avrei mai amato ma in quel momento l'idillio che mi aveva avvolta tutto quel tempo si disgregò cadendo come un masso che non fece rumore ma che nella mia testa rimbombò come un grido acuto.
Continuammo a guardarci negli occhi, senza parlare, senza muovere un muscolo come se ogni parola, ogni movimento potesse ucciderci definitivamente.
Lui si alzò e con la sua camminata sinuosa, quasi femminile se ne andò per non tornare mai più.
Mentre lui se ne andava cominciò a cadere un lieve nevischio fuori stagione che mi gelò il cuore.
Cominciai a piangere.
Prima una lacrima mi rigò il viso, poi un'altra, poi un'altra ancora fino a quando non scoppia in un fragoroso singhiozzo.
Mi voltai di scatto e, per un attimo, sembrò che anche lei piangesse.
La vita è una sola, vivila appieno e non pensare alle persone che ti giudicano perchè loro non possono capirti!