rosvita
Villeggiante
Italy
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Inserito - 04/03/2007 : 20:55:19
Come sono arrivata fin qui? Come mi sono ritrovata all’improvviso senza casa, senza lavoro, senza ricordi? Se devo individuare un tempo in cui tutto è cominciato di certo devo andare a rivangare il 6 maggio del 2005. Ma se devo individuare il momento culmine di tutto deve essere stato questo inverno. O ancora meglio, questo autunno. Perché quest’anno l’inverno non c’è stato. Quando torno indietro con la memoria, a cercare di comprendere cosa è accaduto a partire dal 8 settembre 2006 (e sono caspita 6 mesi ormai!) beh, non c’è nulla. Nella mia memoria non c’è nulla. Non un giorno particolare, non una nota bella o brutta, niente. Non mi ricordo dove ero a Natale. Non mi ricordo se ho festeggiato il compleanno di mia mamma con lei o meno, non mi ricordo se ho visto film, dove ho trascorso le vacanze… Niente. Assolutamente niente. Solo qualche sprazzo, qualche immagine annebbiata, ma che non sono assolutamente in grado di collocare in alcun contesto spaziale. Come sono trascorsi questi sei mesi? Dal giorno in cui mi hanno detto che non ero più “compatibile con l’azienda”, che cosa è accaduto? Si, lo so, certo che lo so. Ho cercato lavoro, ho cercato casa, ho sostenuto colloqui e riempito moduli, ho navigato in internet alla ricerca di soluzioni, mi sono consultata con i sindacati e con amici esperti, ho letto la pagina degli annunci di lavoro e subito dopo quella degli annunci immobiliari, ma non ricordo di averlo fatto. So di averlo fatto, ma non me lo ricordo. Come se i giorni trascorsi dal 8 settembre siano stati tutti uguali, tutti esattamente uguali, e quindi ricordarne uno significa ricordarli tutti. Impossibile distinguerli tra di loro. Come si distingue in una ciotola di confetti il primo che ci hai messo dentro? Ecco, i miei giorni sono confetti, tutti uguali. Che mi va bene, se almeno riuscissi a riconoscere il 3 ottobre dal 21 febbraio!... D’altronde, che dovevo aspettarmi da questo inverno che persino climatologicamente non c’è? Come posso distinguere un giorno autunnale da uno invernale, se in realtà l’inverno non c’è stato? Se ero vestita sempre nello stesso modo? Se non ho mai avuto emergenze meteorologiche mentre guidavo? Se tutti questi mesi altro non sono stati che una dilatata stagione di passaggio? E allora io ho un buco nella mia anima. Nel mio libro di ricordi ci sono una marea di pagine vuote. E invece si allontanano sempre più i ricordi reali del mio passato. L’ultimo ricordo che ho, mi vede in spiaggia. Sto studiando Fondamenti di Psicologia perché ho deciso di tentare il test d’ingresso all’università. E’ luglio, gli altri la ricorderanno come l’unica settimana di bel tempo di questa estate. Io sono venuta a trovare i miei, e sono molto avvilita perché sul lavoro le cose vanno male, e non so come venirne fuori. Potevo evitare di preoccuparmi: sarà il lavoro a farmi fuori dopo neanche due mesi… Sto cercando di ritrovare l’ottimismo, che tornerà solo a distanza di mesi e grazie alla serotonina. Sono bionda. Come sempre, dentro e fuori sono sola. I ricordi sono importanti, e io li sto congelando tutti perché non riesco ad accettare questa fase di incertezza. La natura mi è amica: anche lei ha fermato tutto al quel pomeriggio dell’8 settembre in cui mi hanno comunicato che potevano fare a meno di me. Da allora tutto è immobile. Tutto è statico. Il clima, i rapporti, la mia vita. Tutto fotocopiato in un unico giorno identico ripetuto ogni volta sempre uguale. Come nel film Ricomincio da capo. Come nella favola della Bella Addormentata nel Bosco. Solo io invece continuo a cambiare. Perché ogni giorno sono più spaventata. Ogni giorno più sola. Ogni giorno più magra. Ogni giorno più in ritardo rispetto alla vita che avrei dovuto avere.
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