Mavec
Emerito
Italy
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Inserito - 12/04/2007 : 20:05:06
Un altro Diego Diego l’ho conosciuto, anzi l’ho vissuto ai bordi del campo, lontano dalle telecamere e dai clamori della stampa. Era un compagnone, sempre a rincuorare e a incoraggiare gli altri, il primo ad entrare sul terreno di gioco e l’ultimo ad uscire: un professionista del pallone unico al mondo. Era giocoso, allegro, ridanciano, diverso dal solito cliché delle foto che lo ritraevano immusonito e pensieroso. Era un vero portatore d’acqua, un dispensatore di consigli, mai un borioso, solo perché possedeva quel magico tocco di palla che l’ha trasformato in un idolo. Insomma un ragazzo come noi, per questo lo abbiamo amato, fino a farlo diventare un semidio, la rivalsa a tutte le nostre umiliazioni patite per decenni sui vari campi di calcio italiani. Uno scugnizzo tutto solare, secondo me con gran parte di sangue partenopeo più che argentino. Lui dava sicurezza, forza, il suo viso era pulito, aperto al sorriso, insomma uno di cui ci si poteva fidare. Questo sul campo. Quello che è diventato poi fuori, o quello che non è diventato, è tutta un’altra storia. Noi vogliamo ricordarlo con la tuta o i calzoncini a beffarsi del pallone, a inventare acrobazie, triangolazioni, schemi personali, ma tutto in serenità, come per divertirsi, come se giocasse su una piazza della città o su un campetto di periferia: giocare e gioire, tutto qua.
Mario Vecchione
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