antonio sammaritano
Emerito
Italy
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Inserito - 05/05/2007 : 15:06:09
A MIA MADRE Icona di debito che mai potrò estinguere; non ero meta del tuo sentiero antico. Quando mi sbarcasti in questa vita con un grido gioioso, felice fu mio padre. Ma partecipasti anche tu a quella festa? O mi mettesti al seno come una strega mesta che allatta l’oggetto d’un occluso destino? Ora ancora, mi porgi la tua mano in questa campagna dove mi conducevi, dove erano olive tutti i tuoi rimpianti e mi scartavi le dolci merende come a volere schiudermi un passato… Io neanche mamma: un amore è lo stesso di un dolore le colpe con te una condanna, uno scontato sconto e niente più. Chi ti sorride adesso? Chi ti ascolta? Lo scialle avvolta ad un’anima gigante. Nutri le tue galline e strazi i gerani. Volgi senza fine la preghiera ai tuoi ingrati e mediocri amori. Della seconda vita, letto di immenso, affetto posto sulla cresta di un baratro cosa ti può esser dato ancora indietro? E tu, in silenzio rinunci al tuo ceduto. Cosa sono questi incorporei versi quando gli stessi non posso ammazzettarli chiedendoti perdono, preludio a un altro che ti chiederò? Quando sai che mento al desiderio: cambiarmi in vecchio per la tua gioventù.
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