Ridesto, il mio corpo quale bosco in primavera, albeggia tiepido y fiorito, irrigato per gli lubrici gotte dal mio desio ed in mio ventre sento il ruggire dalle belve di i tuoi sluti.Costui desio, non là hanno obliato miei occhi, tu sei teste di quanto a te hanno idolatrato. Quante notti tutti, occulti per la strettezza da un serratura, gongolanti visto il art di vostra picole mani per snudare il tuo corpo od tra il lucernario dalla tua lavacro che affacià per mia terrazo, vedendo il riflesso argentado di vostra pelle santa di femmina.
Costui desio, non là hanno obliato miei mani, tu sei teste di quanto a te hanno idolatrato. Quante notti tutti, tremate y ternere gli dorsi ricorsero il contorno di il tuo viso, tuttavia in gli gemma di miei diti, essa il tatuaggio la rotondità di vostra ance y il solleticamento che mi produssero gli ricciuti lanugini di el tuo pube.
Costui desio, non là ha olvidato me olfatto, tu sei teste di quanto a te idolatrò. Quante notti tutti, io aspiri inebriato il profumo di vostri fligie, il mio naso, calmo conserva la soave carezza di la tua teleria di seta.
Costui desio, non là hanno obliato miei uditi, tu sei teste di quanto a te hanno idolatrato. Quante notti tutti, setendo la tua risata rumorosa ed il fruscio de la tua voce rotta, quale preghiera, nello sdilinquire dello estasi del tuo cuerpo.
Il mio desio non ti ha olvidato, senza pietà arraffa miei sentiti.
Testardamente busco in il crepùscolo discernere el tuo corpo disadorno ed fresco.
Testardamente busco in il spigolo dalle avifauna il tuo chiamuto.
Testardamente aspiro il vapore umido e freddo di la poggia, però il aroma della tua pelle soddisfattaerba non là percepo.
Testardamente protendo la mia mano sopra la tua letto y non repero il tuo capello schiamazzato.
Testardamente, il mio corpo quale bosco in primavera, albeggia tiepido y fiorito, irrigato per gli lubrici gotte dal mio desio
Italo Baggio