MILANO
LINATE – MALPENSA 15 MARZO 2007ORE 8:05
Allacciate cinture di sicurezza…Con l’aiuto del mio vicino. Fa caldo, o forse sono io ad essere agitata…C’è una musica che tenta di rilassarmi senza riuscirci. Hanno dato qualche indicazione in spagnolo. C’è un rumore come di ventole; ora comincia a fare più fresco. Sono appena passati i funzionari di bordo con i giornali e le riviste. Mi gira la testa…Tutti sono in lettura…(io ;-) in scrittura). Una rivista spagnola sostiene il mio quaderno: la leggerò? Non capisco granchè. Mi sento come prima di un prelievo del sangue; il tizio in parte a me ha sbadigliato: ma come fa?! Guardo fuori dal finestrino che è strapiccolo: ogni tanto ho la sensazione che ci stiamo muovendo. La hostess ha mostrato giubbotto di salvataggio, mascherina e cintura rigorosamente in esapaňol e in english…Non ho capito nulla…Ora una voce italiana ha chiarito. Ma mi spiegate che cosa significa depressurizzazione?! :-O
ORE 8:16
Partiamo!
ORE 8:20
Pensiero: ma vola ‘sto aereo?
Stiamo passeggiando…Prendiamo velocità…Il mio vicino sbadiglia per la seconda volta, un bimbo lancia uno strillo acuto, andiamo sempre più veloci…La canzone ora sembra di un gruppo versione spagnola dei cranberries.
Rallentiamo…Penso di togliermi il giubbino…Fatto!
Ora siamo fermi di nuovo. Invidio la Cri che è vicina al finestrino. Il mio posto è il C31, quasi in fondo…Chi ha accanto a se il finestrino o legge o dorme…Io invece non so cosa darei per averlo vicino a me, ora! Ma spio in quello degli altri e riesco a vedere comunque qualcosa. Penso a stamattina…I saluti, il buio…Sul pulmino mi sono appisolata…Un po’ di torcicollo, ma tutto bene. Appena scesi mi è passato sopra la testa un aereo…E’ stato sensazionale!
In aeroporto, dopo il ceck-in ho preso una coppetta di gelato al limone…Suvvia, quando si è agitati si fanno cose strane!!! Un pensiero va a scuola, ai miei compagni di classe, il banco vuoto, la vany in viaggio. Condivido questo pensiero con la Cri.
Riprendiamo velocità. Si riparte, penso, definitivamente. Un motivetto allegro…Cielo, voglio vedere la tua profondità!!! Oddio…C’è un tizio che è uguale ad un signore del mio paese. Forse è proprio il signor Fortunato di Azzano Mella.
Prendiamo velocità!!! Ventole! Ci sono!!! “Cri” dico…Ma lei non sente…Respiro…Mi gira la testa…Le gambe immobili…Sento i vuoti d’aria e mi sento pigiata allo schienale. Il sole mi acceca, il cielo passa da un azzurro intenso al bianco…Abbiamo fatto una specie di virata che ho avvertito solo perché ho visto gli appezzamenti dei campi scomparire improvvisamente dal finestrino alla mia destra. Devo aver chiuso gli occhi durante il decollo…Devo ammettere che ho avuto paura. Ho cominciato a respirare profondamente. Il mio vicino mi ha chiesto dove vado e se era la prima volta che prendevo un aereo. (Non si vede?!) Lui va a San Salvador, il terzo stato più piccolo al mondo, mi dice. Ho appena visto un signore che ha estratto il tavolino dallo schienale del sedile davanti. E io che scrivo sulla rivista “Ronda Magazine – IBERIA – Ejemplar gratuito para el viajero”
Ho le orecchie tappate…Ora guarderò qualche rivista e staccherò i piedi da terra (è incredibile, sono ancora nella stessa posizione di quando mi sono seduta!).
Ora vi saluto.
Spero di riuscire a scoprire se il signore è davvero quello di Azzano.
Caspita, non riesco a distinguere le nuvole dalle montagne.
Saluto, poi riscrivo…Non capisco più nulla…Perché ho fame?!
ORE 9:30
Confermato il sospetto. È proprio il signor Fortunato di Azzano.
L’aereo traballa: prima mi è venuto un leggero mal di pancia ma ci ho dormito su…Ho mangiato una barretta che mi ha offerto la Cri…Ma ho ancora i crampi allo stomaco.
ORE 10:30
Pronti all’atterraggio…Solita musica soft, ma io comincio a sentirmi di nuovo male…Mi gira la testa…Speriamo bene.
Signore, guarda giù, anzi, guarda su!
Ohh, vedo tutto! Montagne, stiamo virando…A poco a poco il paesaggio si fa più nitido. Sento male allo stomaco e anche al cuore. Devo stare calma…Questi sballottamenti mi smuovono perfino la vista!!! La Cri ha la faccia appiccicata al finestrino…Beata lei…Sono circondata da gente di ogni paese…Che bello, già si respira aria di estero, nuovo…Maaa, vany…tu sei all’estero!!! Sei a Madrid!!! La vedi da giù! Oddio, mi sento male…Spero di non sboccare…Dov’è il sacchettino?! Stiamo scendendo. Grado di pendenza dell’aereo: per ora impercettibile. La terra si avvicina…Arriva…Come sarà l’impatto? ORA! TERRA! Rumore…Respiro.
***
Dopo qualche ora all’aeroporto di Madrid sto scrivendo di nuovo e mi trovo già sull’aereo. Ho l’impressione che questo sarà un Signor Viaggio. Il mio posto è il D41. All’aeroporto ho mangiato una brioche vuota e uno yogurt greco, di quelli densi e bianchi..mmm…
L’aeroporto era spaziosissimo, affollato, un’estensione inimmaginabile! Sembrava la base di qualche film sugli alieni, così vuoto di dettagli artistici, ma così pieno di gente di ogni tipo. Anche ora l’aereo è gremito. È diverso da quello di prima, definito dal signor Zucchi “l’aereo dei puffi”.
Questo è enorme. Appena ho trovato il D41 ho notato subito che in ogni posto c’era un cuscinetto e una copertina confezionata in busta, riviste a volontà e tv.
Lo schermo mostra ora la rotta. Solito vociare, solite canzoni che nessuno ascolta, solite ventole e solita aria condizionata…Si gela! Ancora una volta invidio una ragazza seduta accanto al finestrino…Che sfortuna! Ma sono talmente stanca che…Quasi non m’importa…No! Accidenti, è inutile mentire…Mi sarebbe piaciuto davvero stare vicino al finestrino!
Nella mia fila di posti ci sono due ragazzi e una ragazza dai tratti tipicamente peruviani o ecuadoriani. Alla mia sinistra c’è una coppia di tedeschi.
Ho nuovamente paura del decollo. Teoricamente si parte tra 10 minuti.
Mi sto addormentando…Siamo in ritardo con la partenza…E’ quasi l’una…A casa mia la mia mancanza non si avverte ancora…Caspita, ho le orecchie tappate, devo masticare una gomma, altrimenti mi rimarranno tappate per un bel po’.
Oh, un annuncio: si decolla!!!
No, non ci muoviamo ancora… “Los telefonos mobiles…” Si, si, è spento ‘sto cellulare…(che io non ho)…Su su, partiamo! Ahh, ci muoviamo!!!
Paura.
ORE 13:00
Decollo Madrid-lima!
ORE 13:10
Solite finte…Siamo di nuovo fermi: le ventole rombano: quando ripartiremo sarà la volta definitiva. Controllo se c’è il sacchettino…Non si sa mai.
ORE 13:20
Decollo!!!
Ormai sono diventata brava…Riesco a sopportare fisicamente questa sensazione. Si, è stato meno brusco come impatto su di me, ma altrettanto “sentito”…(ma cosa ho scritto?! Yo no lo se…) Ora relax.
Fa freddo, con questa aria condizionata…Voglio la copertina, voglio dormireee!!!
ORE 14:00
Ci hanno portato le cuffie e io mi sto ascoltando il canale 6 chiamato ‘International Hits’.
Ora ho cambiato…Mi ha già stufato, mandano tutta commerciale! Sono già abbastanza stravolta di mio. Vai con la classica…Sniff Sniff…Si sente profumino di cibo…Musica, relax, copertina…Forse sono in paradiso…Beh, l’altezza c’è…Ora davvero sonnellino…Notte mondo!
Macchè sonnellino! Con ‘sta musica non si riesce proprio a dormire. Le uniche stazioni radiofoniche decenti sono la 6 e la 8…Intanto hanno cominciato a preparare il pranzo…Si sente!
ORE 15:00
Mi viene servito il pranzo. “Pollo o paella?”
Detto così frettolosamente…
:-O Accidenti, che dilemma…
Risolto in una frazione di secondo… “Paella” rispondo con la faccia convita di chi sa sicuramente quello che sta dicendo, perfettamente convinta della sua scelta che giudica ottima. Beh, d’altronde siamo in Spagna (ancora per poco…O comunque l’aereo è dell’Iberia e se non è buona qua la paella! Ok, mi viene dato un vassoietto con un contenitore caldo, di alluminio, un altro semi quadrato contenente qualcosa di rosa, un dolcetto al cioccolato, qualche formaggino, un burro, una ‘panna leggera’, bibita a scelta, posatine, tovagliolo sale e pepe, azùcar (zucchero…che mito vero? Sono già spagnoleggiante! eh eh eh ). Mi chiedo come faccia a starci tutto su questo tavolino strapiccolo. Eppure qui tutto è perfettamente calcolato. Mangio tutto tranne il burro. Ah, poi c’era anche un panino e le hostess sono passate con thè e caffè caldi. Caffè per modo di dire! Il dolcetto era strabuono, ma la cosa che ho gradito di più è stata la paella.
Sono in pieno abbiocco post-pastum. Ho freddo, a nulla è valso il “caffè” caldo. Non ho voglia di ascoltare la musica, preferisco scrivere.
Sono venuti a trovarmi la Cri e Carlandrea. Che bello, ho parlato stravolentieri con loro. Poi mi sono ricordata di prendere il Lariam (che va preso a stomaco pieno! Mamma, ;-) vedi che mi sono ricordata?) e con la Cri e Co. ho fatto la mia bella figuraccia con la hostess per chiedere “Un vaso de agua por favor”.
Lo schermo mostra a che punto siamo e fornisce alcuni dati:
temperatura fuori: -57 ° C
distanza da Lima: 6.900 km circa
ore alla meta: 8:31
ora di Lima: 10:30 a.m.
Troppo bello. Tutto così monitorato, dettagliato, preciso.
Vicino al finestrino c’erano dei sedili vuoti e io ne ho approfittato per schiantare la mia faccia contro il vetro. Quante nuvole!!!
Sembrano pezzi di neve che galleggiano in acque nero-bluastre e invece sono nuvole che stanno sospese in cielo!
Sono tornata a sedere e ho ricominciato questa stesura; ora italiana: 16:45.
Ora lo schermo dice che mancano circa 8 ore. Quando metterò i piedi a terra voi in Italia dormirete. Quando io visiterò Lima, respirerò aria peruviana voi tutti sarete a letto…
Quando sono tornata al mio posto ho trovato rotti gli auricolari che mi avevano consegnato. Faccio due ipotesi: o qualcuno le ha sostituite con le sue (sgrunt) o le ho rotte io senza accorgermene…Mah…Tanto per ora vorrei solo dormire. Nell’altro comparto dopo la piccolissima cucina hanno abbassato i finestrini. Mi si chiudono gli occhi e non riesco a dormire. Andiamo verso il sole e i raggi filtrano splendenti attraverso i piccoli oblò.
Una voce avvisa che c’è una vendita di articoli da qualche parte. Non ascolto e provo ad appisolarmi. Ho ripassato spagnolo sul mio quaderno del corso e ho fatto conoscenza con i miei due vicini. Me la caverò? Si, forse con i gesti …Cri e Carlandrea vengono in mio aiuto …Gracìas!
ORA ITALIANA 20:00
Conversacìon – dialogo
Ho fatto amicizia!
Muniz Vargas Humberto Alex Ilo Perù 24 anos
German Alex Zavala Zeballos Ilo Perù 26 anos
Betocueva83@hotmail.com
Humberto: 2 hermanas major (ok, ora scrivo in italiano che è meglio). Sono entrambi due pescatori che lavorano in un porto a sud del Perù (6 ore da Lima).
A Berto piace ascoltare la musica, vedere film (anche se Dreamgirl non gli è piaciuto!) e pasear!!!
Ci sono turbolenze…Non so nemmeno come faccio a scrivere che mi gira tantissimo la testa…aiuto! @_@ Ma sono contentissimaaa!!!
Abbiamo poi parlato di attori, musica e film. Uao!
Ho finito di parlare con i peruviani e ho attaccato bottone con una tedesca in modo esemplare! Bisin sarebbe stato orgoglioso di me! Eh eh !
“Sprichst du Deutsch?”
“Ja, du auch?”
Ehm…Già pentita :-0
No, scherzo. Abbiamo parlato di tutto, università, scuola, sorelle, viaggi. Lei ha una sorella del 1980 che studia giornalismo. Ha viaggiato molto sebbene abbia solo 22 anni; è stata a Barcellona, Londra, Roma, Parigi, un anno negli USA. Le ho confidato che mi piacerebbe essere così libera come lo è lei e poter viaggiare, ma mi è difficile perché sono ancora giovane…Per ora, anche lei mi ha incoraggiata e mi ha detto che c’è ancora tempo per farlo. Si è interessata parecchio al mio viaggio, all’alloggio…Mi ha dato la sua e-mail…
Abbiamo pensato che entrambe le nostre emails non sono fantasiose, ma è certamente “more serious” avere nome e cognome come indirizzo di posta elettronica, piuttosto che nomignoli e sigle strani.
christinaschade@gmx.de
Mancano ancora 10 minuti alle 22, ora italiana. E io sono dall’altra parte del mondo. E qui c’è ancora il sole accecante che entra dai finestrini, e le turbolenze…quando atterreremo saranno le 19…che storia! Un giorno stralungo…E infatti comincio ad avere sonno. Rimane il dilemma: ci daranno la cena? Continuano a proiettare films e non si odono rumore di carrelli o odori di cucina. La merenda era un sandwich alle verdure (ok ok…Sono italiana :-P chiamiamolo tramezzino!).
Stra buono, un po’ unto per i miei gusti, ma assolutamente poco ingozzante. Voi direte…Commenta anche i cibi…Si, anche quelli fanno parte del viaggio e, se li descrivo così minuziosamente, anche loro concorreranno a formare quei ricordi indelebili nella mia mente che in futuro mi aiuteranno a non dimenticare questa bellissima esperienza.
Dopo aver mangiato ho ascoltato un po’ di musica, ma ho mal di testa e la sinusite si dev’essere riacutizzata. Aiuto, al sol pensiero del decollo! Ormai manca davvero poco…
Sono appena tornata dal bagno: ogni volta che tiro lo sciacquone ho paura. Anziché versare acqua, risucchia e fa un rumore bruttissimo.
Trenta minuti all’atterraggio. Spio dal finestrino: lo spettacolo che mi si presenta è un cielo nuovo nel quale confondo le nuvole con le Ande.
Molta gente è in piedi, non capisco il perché. Dovrò riallacciarmi le cinture…Ora ho capito esattamente come si fa. Le ultime turbolenze…
Ci hanno fatto compilare la carta di immigrazione andina. Guardo la mia amica Christina che, appoggiata al suo cuscino, sonnecchia beatamente…Beto ha fatto una delle sue risatine. Prima mi ha mostrato dal suo cellulare l’imbarcazione sulla quale lavora: con la sua barca visita molte isole dell’atlantico (Majorca…) e mi ha detto che prende il “spada”, il pesce spada.
Ci hanno comunicato che stiamo atterrando a Lima… “Il tempo è bello e i gradi sono 25 stimati”
Speriamo bene. Incominciano gli svarioni, mal di testa, mi si tappano le orecchie…
Il cielo di Lima…Che spettacolo!
Un tramonto così…Mai visto…Un sole arancione mi acceca…Mi sento stramale, ma così bene!
Anche le vene delle mie gambe le sento strane…Continuiamo a fare virate, in sottofondo una musica che “ha davvero del viaggio”.
I vetri dei piccoli finestrini sono appannati dal gelo. Sento la paura che mi scorre dentro. Aiuto! I piedi si muovono dentro, veramente! Siamo entrati un una nube grigia…Un nuvolone di pioggia o smog?! Acceleriamo, mi sento pigiata nuovamente al sedile, una forza che agisce anche al livello del collo…Ora c’è una musica più ritmata e misteriosa, i bambini strillano. Ma perché c’è questa nebbia della Val Padana? Dove è finito il sole?
Lima, estoy llegando!!!!
ORA ITALIANA 5:15 a.m.
ORA PERUANA 23:15 p.m
Sono nel letto. Siamo ospiti di una casa di seminaristi a Lima, sembra un oratorio.
Piedi bollenti, mani bollenti. L’atterraggio tutto ok, come potete notare. Ma io sono morta: quindi riassumo a punti:
- arrivata a Lima ho salutato Christina, poi ho ritrovato la mia “bella valigetta, amica di viaggio” (Deo Gracias), ma abbiamo aspettato un sacco in ‘aeropuerto’
- Michela ha smarrito la sua valigia. È arrivata alle 22.30 circa, stanca morta
- Abbiamo conosciuto Padre Irbing che ci accoglierà nella sua casa per seminaristi e Suor Saveria
- Fuori dall’aeroporto noi abbiamo preso un pulmino: è stato il momento più emozionante da quando sono qui. Davanti ai miei occhi scorrevano i bar e le ‘ferreterie’, con insegne misto far west e misto stile latino-americano, Caracas, l’alma de Cuba…Non so se mi spiego. La gente camminava numerosa per strada anche se era ormai sera tardi, le auto correvano, anche i pulmini strapieni ci sorpassavano.
Sul nostro pulmino Suor Saveria (ha seguito e collaborato al nostro scambio anche se è impegnata nella sua opera in argentina) ci fa notare che molte di quelle case sono di fango. I bambini girano in bicicletta, giocano a pallone nel buio di Lima, le ragazze passeggiano davanti alle piccole bancarelle artigianali e spartane…Vedo anche molti risciò lasciati alla notte negli ampi spazi davanti alle insegne più o meno luminose. Le case hanno ampie finestre rettangolari, fa caldissimo e c’è un gran vento…L’aria entra sparata dai finestrini del nostro piccolo pulmino. Afa, vento, odori nuovi…Sono in Perù!!!
Lima è buia, ma illuminata il più possibile.
Così la nostra corsa per le strade di questa città giunge alla fine: siamo davanti a questo istituto per giovani seminaristi e scarichiamo faticosamente le valige. Poi ci è stata servita la cena: pizza e coca-cola per tutti! Tre teglie di un impasto poco lievitato, ma così buono perché conteneva tutto l’amore di chi l’aveva preparato.
Vany, ora, è davvero stanchissima. Termina qui la sua giornata di viaggio, il giorno eterno.
Quando, in Italia, il gallo canta, Vany dorme…Notte Lima!
/Fine 15 marzo 2007/
LIMA – 16 MARZO 2007
Ho appena pranzato.
Sono sulla terrazza che guarda su Lima.
La sveglia è stata alle 7:30, colazione e poi visita al vescovo. Giro pazzo tra le strade della città, i pulmini colorati, gli occhi dei bambini, i clacson, il tipo che fa break-dance sulle strisce pedonali. Lima è tutto questo. Una melodia sentita, chissà da dove viene, odori di tutto: cipolle, smog, baracchini di frutta esotica…E poi ciabattini…Tutto! Lima ha un colore solo: è il multicolore delle insegne, è il grigio delle case, alcune montagne enormi di terra annegate di casettine che ti fanno scorgere la loro profondità e, sullo sfondo di un cielo azzurrino carico d’inquinamento, le Ande. La gente cammina lentamente, non si sa cosa sia impegnata a fare, qui è tutto così allegro e tranquillo. Tutto, tranne il traffico che è assordante!
Il museo dell’arte popolare peruviana è stato interessante.
Oggi riprende il viaggio stile ‘Overland’. La mia postazione è vicino al finestrino, cosparsa da una brezza che odora di tutto, nuova e non mia, che scompiglia i miei capelli e i miei pensieri.
ORE 22:00 p.m. PERUVIANE
ORE 4:00 a.m. ITALIANE
Sono stanca muerta. Il pranzo è stato davvero in stile peruviano: patata arancione e stradolce il ‘camote’, piatto tipico di pesce crudo marinato al limone coperto di cipolle, il ‘ceviche’, calamaretti e pane. Tutto strabuono. Sono preoccupata per il fatto che il pesce sia crudo, ma ormai è troppo tardi, è già nella mia pancia ;-)
Oggi pomeriggio siamo diretti alle rovine di Pachamanca.
Sono appena tornata dalle rovine.
Il viaggio è stato abbastanza lungo, ma altrettanto divertente: solita corsa sfrenata, soliti clacson, solito smog, persone con sacchi e fagotti ferme al ciglio della strada ad aspettare pulmini. Mi sono resa conto oggi che le scritte colorate sui pulmini non sono altro che il nome delle località in cui sono diretti e non scritte pubblicitarie in stile pop-art ;-P
Soliti venditori di bibite ai quali si sono aggiunti quelli di baccelli enormi di fagioli o di altri legumi. L’aria è davvero pesante, ma non mi importa: sono ancora troppo entusiasta per permettermi di rifiutare o di scegliere se fare qualcosa, farei tutto e quasi quasi penso che il tempo a mia disposizione non basti per nulla! Voglio far fruttare questi giorni, mi devono dare una conoscenza approfondita e non superficiale sul Perù e su Lima in particolare. Anche guardare una città di fretta, così, sul pulmino può darti qualcosa. La mia faccia schiacciata perennemente al finestrino può sembrare sempre ferma nella medesima espressione: ma in realtà la mia mente non si ferma di generare pensieri di ogni tipo, ogni cosa che i miei occhi scoprono mi porta via minuti e minuti di riflessione. Posso dire che oggi mi sono resa definitivamente conto che mi trovo qui, a Lima.
Abbiamo conosciuto Claudia, una ragazza che ci ha accompagnato alle rovine.
Il sito archeologico è stato davvero stupendo! Enormità allo stato puro…e poi, dopo ben una sessantina di gradini per salire al tempio…Ecco l’oceano…Il Pacifico!!!
Unico, con due scogli enormi, un sole calante sull’orizzonte…Che spettacolo!
E si scorgeva anche un’arena per i tori, l’erba verde sotto di noi…E poi l’oceano che rapiva tutti i nostri sguardi dal resto.
È un deserto questo che è invece pieno, pienissimo di storia, cultura, magia…
Nello scendere mi prendo un piccolo sassolino della ghiaia sotto i nostri piedi. Resterà sempre con me.
Al ritorno sono più stanca che mai, ma chiacchiero volentieri con Francesca che mi racconta le difficoltà che ha incontrato per intraprendere questo viaggio, scuola compresa. Non posso far altro che annuire e pensare alla mia situazione: anche io ho fatto molto per ottenere quest’opportunità. E ci ho creduto, da subito e fino in fondo.
Ora ci aspetta Lima by night (o Lima de noche).
Ceniamo con pane e formaggio, marmellata, biscottini e Inka Cola (dovete sapere che il Perù è l’unico Paese al mondo in cui non compare la Coca cola nelle classifiche di bibita più bevuta. Al suo posto c’è l’Inka Cola, una bevanda dolcissima, gialla e unica).
Siamo nel Parco dell’Amor. È stupendo. Mosaici pieni di fra sette d’amore, coppiette sulle panchine e una statua enorme: una donna e un uomo persi in un bacio appassionato. Finito di cenare ci mettiamo in cammino per una strada di Lima lungo l’oceano. Il cuore di questa città è come le altre megalopoli del mondo: hotel, palazzi e luci. Fa freschino. Questo pazzo gruppo di italiani in Perù si mette a cantare a squarciagola Vasco, De Andrè, Battisti e Ligabue. Attorno ci scorrazzano ragazzi in skate board. Sembra di essere in California, in una di quelle superstrade nordamericane. Cerchiamo i bagni e una guardia che passava di lì ce li indica. In realtà sono le toilettes di un centro commerciale nel quale assistiamo ad un taccheggio da parte di una coppia. Sembra che il furto sia stato compiuto dalla ragazza mentre il compagno ‘faceva il palo’. In effetti avevano una strana impressione quando ci sono passati vicino velocemente. Poi abbiamo visto che li inseguivano indicandoli e qualcuno gridava. Penso: forse è un avvertimento? Faccio un ripassino mentale di tutto ciò che ho e dove lo tengo. Tasto il mio porta documenti. Siamo di nuovo fuori. Una donna vende pop-corn al ciglio della strada. Sono sul pulmino e mi sorride. Decidiamo cosa fare: girettino per Lima in auto o direttamente al nostro alloggio? Decisamente Lima! Las Vegas! Sembra davvero! Già, è tutto così luminoso e gigantesco…Anche le targhe automobilistiche sono circondate da un neon illuminato. La gente scorre sul marciapiede a fiumi. Si scorge ancora qualche studente in divisa scolastica (con mio grande stupore…In fondo sono le 19:00!). Gli automobilisti sorpassano, suonano all’impazzata. Ad un incrocio passa chi ha il mezzo più grosso. Non ci sono precedenze né stop. Sul nostro pulmino c’è silenzio. Abbiamo voluto vedere Lima, ma siamo tutti esausti. Il nostro autista, allora, accende la radio: è un ritmo ovviamente sudamericano, ma con note di un rock passato, stile anni ’80…Mi colpiscono i volti sui mezzi pubblici super affollati che si accostano a pochi centimetri dal mio finestrino, per pochi istanti prima di ripartire nuovamente in una folle corsa. Faccio qualche fotografia ma gli occhi cominciano ad essere troppo pesanti per continuare a guardare attentamente, a scorgere il dettaglio nuovo, la peculiarità, la diversità; e appoggio le braccia al sedile che ho dinnanzi: Vany, mi dico: stai dormendo mentre questo mondo nuovo ti scorre davanti per la prima volta…Svegliati! Non ce la faccio, cedo a me stessa e non mi ascolto…Dormo? Si, dormo…E allora? Anche a Lima la gente dorme. Dorme in tutto il mondo, perché non devo dormire ora? Faccio strani pensieri: mi vengono in mente le maschere del museo…Che paura! Faccio strani viaggi mentali…Ok, sto proprio dormendo. -_-
Destinazione: la casa del seminario.
Arrivati. Ora mi corico a letto e comincio questa stesura del diario di bordo. Mi sento esausta, appiccicosa, accaldata…Buonanotte.
/Fine 16 marzo 2007/
LIMA - 17 MARZO 2007
ORA PERUANA 12:30
ORA ITALIANA 18:30
Sveglia alle 7, doccia e colazione con yogurt…mmmh, strabuono ed è anche rosa! (uno dei miei colori preferiti!) E poi marmellata di arance, pane, thè alla cannella…La messa è alle ore 8:00. la suora ci prepara all’Eucarestia con brevi parole, ma molto incisive e profonde. La messa vola, la lingua spagnola rende tutto più piacevole e nuovo. Il Padre Nuestro è uguale, durante il segno della pace ci si da un bacio sulla guancia anziché stringersi la mano. Durante la messa mi si è accostato anche un signore magro e sporco che chiedeva dei soli. Mi ha parlato, ho detto un “no” non so in che lingua…Forse ho parlato più con gli occhi; devo ammettere che mi sono un pochino spaventata. Poi, durante il segno della pace mi ha dato la mano, è sbucato improvvisamente alle mie spalle…E stupidamente mi sono nuovamente impaurita.
Comunque terminata la messa ci siamo diretti al Museo Nazionale. La zona sembrava un quartiere militare, con muri alti di cemento. Abbiamo parcheggiato fuori e padre Irbing ha parlato con le guardie all’ingresso. Siamo entrati. Il museo ha struttura moderna. Internamente abbastanza buio. Ci viene incontro una bella ragazza, ricciolina ed espressiva. È la nostra guida, si presenta: si chiama Soyla. È molto preparata, scandisce bene le parole: in questo modo riesce a farsi capire meglio da noi. Gesticola molto e questo ci aiuta tantissimo. La visita al museo dura tutta la mattinata: l’arte Inca, Quechua, Nazca, Moccica. Sono tutte interessantissime! Quando usciamo dal museo facciamo una foto di gruppo sulle scale con l’aiuto di un signore che era immerso nella lettura.
Siamo arrivati alla nostra casa e abbiamo pranzato con un piatto tipico perdano: peperoni ripieni con carne, uvetta e olive nere, poi bocconcini di patate, banana e altra frutta e, per finire, gelato. (Non ho potuto usare l’espressione ‘dulcis in fundo’ perché qui in Perù non vale questo detto…Tutto è dolce, dall’inizio alla fine! Dolce e di colore giallo…)
Durante il pomeriggio siamo stati in un insediamento umano. Un posto in cui, le famiglie che dalla sierra (la montagna) si spostano nelle città, possono sostare intanto che si cerca una professione che consenta loro di vivere nel centro urbano. La povertà dignitosa mostra persone povere ma sorridenti…
E dopo aver avuto un assaggio, breve ma significativo, di quello che è una delle tante facce di Lima, siamo stati in centro.
Ho acquistato un cappello di cuoio a 26 soles (circa 6 euro). È strabello! Poi ho comprato da una signora per strada una spalletta fatta a mano al prezzo di 1 sol.
La giornata è continuata così, tra il pulmino che scorrazza per il centro e “l’hola” detto a chiunque incontravamo.
La cena ha consistito in pasta fredda condita con di ogni: piselli, mais (i chicchi sono enormi!), carote, formaggio, wurstel…Poi patate al forno e carne con cipolle…Era tutto buonissimo e ho mangiato volentieri. Non so nemmeno il perché del mio appetito visto che non mi sono mossa tutto il pomeriggio. Gli altri hanno fatto una partita di pallavolo Italia-Perù…Ho scritto anche durante la partita. Ho suscitato la curiosità di alcuni ragazzi peruviani. Infatti, con il mio cappello di cuoio seguitavo a scrivere, imperterrita nel mio compito di documentare qualsiasi cosa. Ma nel momento in cui mi sono presentata, anche per ottenere le dediche firmate che mi sono fatta fare sul mio quaderno, tutti si sono presentati a me simpaticamente e calorosamente. I ragazzi mi hanno chiesto l’indirizzo mail, mentre una ragazza mi ha soprannominata ‘la sombrerina tranquilina”.
Sono dispiaciuta. Non voglio andare via. Non so cosa mi aspetta. Anche se ho voglia di viaggiare. Abbiamo già pronti i bagagli, preparati dopo pranzo. Ognuno ha portato nel cortile all’entrata, un poggiolo ombroso, la propria valigia. Tutti ci sgranano con quegli occhi scuri, quasi a mandorla, eredità di chissà quale origine. Saliamo sul pulmino, tutti in silenzio, quasi come fosse un rito. Si, il solito rito d’addio, che odio tanto. Carina, una ragazza che ci ha accompagnato nelle nostre visite a Lima, mi fa la faccetta triste. Rispondo dal pulmino con un sorriso alquanto malinconico. Indosso ancora il mio cappello. Ormai sono ‘Vany on the road’. Un ultimo sguardo a Lima. Gli ultimi clacson.
Una 500 color carta da zucchero. Le luci. Si parte.