zanin roberto
Senatore
Italy
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Inserito - 01/11/2007 : 00:14:44
LA FRETTAI minuti scorrono veloci, l'auto mi fionda lontano, ho l'obbligo di arrivare in tempo al lavoro,di marcare il cartellino con puntualità, ma i punti nella patente di guida sono a rischio e allora alle accelerate nei lunghi vialoni, si susseguono frenate strategiche , nei punti che conosco a rischio polizia. Fiorello alla radio, imita il presidente della Repubblica, rido divertito per la straordinaria somiglianza, mi concentro sull'orologio nel cruscotto e il responso è che oggi sono in grande anticipo sulla consueta tabella di marcia. Una pioggerella fina e malinconica spruzza goccioline di pianto e il vapore sale tra le ruote e l'asfalto, nebulizzando micronebulose senza stelle, gli alberi si sono dorati e l'autunno non nasconde il suo strapotere. Davanti a me,un'automobile rossa lampeggia con le luci d'emergenza, fa un'andatura lenta, stizzosa, maleducata, mi stanco e mi spazientisco poi improvvisa sulla careggiata opposta si staglia una moto gialla, una Honda fracassata a terra, pezzi di fanale e plastiche e vetri e sangue....un uomo giace sull'asfalto immobile. Passo dolente mentre qualcuno presta soccorso e altri ci fanno segno di passare veloci, avvolti in quei corpetti di plastica fosforescente arancio che l'acqua a reso ancor più vividi,senza capire cosa sia successo. Un gatto bianco ha deciso di attraversare la strada e non aspetta precedenze, tra le erbe fugge in mezzo ad una vigna ormai spenta ma sempre intrigante. Di lontano una sirena squarcia l'aria, ecco- mi dico-ora arriva in soccorso di quel povero motociclista- ma invece percorsi pochi chilometri, un poliziotto grassoccio mi fa segno di cambiare corsia di marcia e di procedere lentamente contromano. Una vettura color oceano ha il cofano deformato e distrutto, i vetri sono esplosi in mille e mille coriandoli, olio nero scende come da una arteria recisa, un camioncino carico di latte è rovesciato nel fosso e il liquido bianco percola schiumando nell'acquitrino limaccioso. Riprendo la mia marcia e considero che oggi non è venerdi 17 ma martedi 30 ottobre, eppure in pochi chilometri ho già visto tutto l'inimmaginabile. La strada si fa più lunga del solito, il vento gioca a Memory con le foglie di betulla, svolazzano via senza meta, rigagnoli di pioggia si riuniscono nei tombini come ad un appuntamento galante. Il tergicristallo purifica con lena, dondolio meccanico ipnotico e l'alternanza si fa eco. I minuti scorrono veloci, l'orologio punge la coscienza. Vedo il lampeggiare di un riflesso rosso, sento l'acqua scorrere lungo il collo, ho un gran calore al piede sinistro e la musica che sento è un variare sempre uguale di due note irritanti. Ma quando arrivo oggi ? Tutto sembra dilatato, leggermente confuso, cerco il cambio della macchina, poi stringo il volante, ma non riesco a trovare il freno, è lontano, no, non riesco a sentire il piede, caldo. Che sonno, che silenzio ora, che calma, ma mi sembra di star fermo, no, fuori o dentro, ma dove sono? Penso che quel giorno, sia un giorno maledetto, di quelli che non conviene mai allontanarsi da casa. L'odore di etere mi desta, un bianco sfacciato mi avvolge, la luce mi da fobia, sento un dolore intenso al piede, un dolenzimento generale, e una splendida infermiera che mi prega di deglutire un paio di pillole. Ma penso preoccupato se ho marcato il cartellino, con tutti quegli incidenti ho perso tanto, troppo tempo! di Zanin Roberto zanin roberto
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