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 IL GERME DEL NATALE
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zanin roberto
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Inserito - 14/12/2007 :  22:41:55  Mostra Profilo Invia un Messaggio Privato a zanin roberto
IL GERME DEL NATALE

La foresta evaporava lentamente le sue linfe, nebbioline appena accennate si disperdevano tra i legni resinosi di imponenti abeti, un ruscello, dai sporgenti sassi calcarei, s'insinuava tra le recondite sue colline, da un ponticello di legno di faggio, una coppia di allegri scoiattoli si divertiva a specchiarsi sulla superficie dell'acqua. Il cielo s'era ingrigito e il vento gelido della piana continentale prometteva un'imminente nevicata, mi incamminavo con il bavero di panno rosso, alzato sul collo e inseguivo un fumo lontano di un fuoco casalingo. Il giorno era freddo e l'aria pur filtrata dalle chiome dei numerosi alberi, penetrava nella pelle, fastidiosa e pungente, le scarpe lasciavano impronte labili sul soffice muschio, umido e verde da sembrare sintetico, il sole pallido si sforzava di mitigare quel clima cupo e invernale.
Due pettirossi furetti e dispettosi litigavano per una ghianda che rotolava giù dal margine del fosso e si perdeva nel limo indurito, l'aroma intenso del bosco apriva le nari e la vicina casetta dal camino fumoso, tranquilizzava il mio andare. Una foglia gialla con ricami aranciati planava distratta sul terreno, godendosi quell'oscillio casuale e artistico, librandosi ardita tra i rami protesi di altri faggi, sfiorando civettuola gli aghi dei pini silvestri, in una danza sensuale che solo la vecchia quercia apprezzava.
Mi soffermai stanco, appoggiandomi alla farnia saggia e poderosa, un caldo accogliente mi pervase l'animo e mi sentii protetto e sicuro. Il pomeriggio iniziava a spegnersi e di lontano il calpestio di cervidi nobili, colmava un silenzio d'altri tempi, si radunavano sereni nella loro foresta, consumavano eleganti, foraggi aromatici e di tanto in tanto lanciavano occhiate tenere ai bambi piccoli e indifesi. Oltre i cespugli di alloro, un lupo grigio e tenebroso usciva d'improvviso, saettando sguardi famelici e poco bonari, avanzava lento e circospetto, mi guardò curioso, si fermò e si accucciò alla base di un grande ippocastano. Mi guardai attorno e veloce una lepre saltellò fuori dalla sua tana, gaia e spensierata muovendo la bocca come un tritacarne in un tic nervoso mai placato, planò dall'alto una poiana rapace e si incantò a scrutare il prato, seria e pensierosa, chiusa a riccio nelle suo piumaggio con gli intensi occhi di ghiaccio, il vento cessò di alitare sbuffi polari.
Misi una mano in tasca e mi ritrovai un biscotto savoiardo incartocciato in un tovagliolino di carta colorata che la mia anziana madre aveva messo a mia insaputa nel giaccone, lo liberai dell'involucro e cercai di attirare l'attenzione degli animali presenti, lo deposi con delicatezza sopra una pietra di granito e aspettai.
Una soffice,piccola,bambagia bianca, scendeva vorticando, un minuscolo batuffolo di cotone, candido e aereo da sembrare eternamente sospeso, un primo fiocco di immacolata neve, timido, leggiadro, annunciava l'imminente copiosa nevicata,la lepre si mosse per prima, avanzò fino a pochi centimetri dal biscotto, poi la poiana con un balzo fu accanto alla lepre, il lupo pigramente si allineò agli altri animali, mentre arrivavano a far da spettatori gli scoiattoli, i cervi e un gruppo di merli.
Quando vidi un rapace assieme ad una lepre sua abituale preda, un lupo accanto ad un umano, capii che quella neve era il battesimo di una rinnovata pace, era il germe del vicino Natale. Scendeva ora la neve e imbiancava la foresta, piano,piano, il cupo verde divenne candido latte e le abetaie si trasformarono in presepio, i rami si imbottivano di vergine e ghiacciata farina, ogni imperfezione svani sotto la coltre magica.Con il becco la poiana spezzò il biscotto in quattro pezzettini, aspettò un pò immobile prima di riempirsi il becco con il suo quarto di biscotto, la lepre sorridendo prese il suo pezzo e il lupo annusando svogliato fece altrettanto con la sua porzione, mi avvidi con stupore che il quarto pezzettino era per me.
Presi tra le dita quel piccolo boccone mentre scendeva la sera e la quercia sembrò commentare:
- " Dividi con la natura in pace, festeggiando la prossima natività! e l'uomo rispetti ciò che Dio ha creato ! "-
Mi girai intimorito, dall'impossibile vocio che avevo ascoltato, era illogico che provenisse dalla vecchia farnia, era sicuramente opera del vento dissi,e mi mangiai il biscotto, pensando che quella comunione di cibo era proprio un rituale di pace tra gli uomini e la natura.
Quando raggiunsi la casetta calda e accogliente, entrando dissi:
- " Ragazzi, nel bosco ho raccolto il germe del Natale ! " -
Mi risposero tutti senza riflettere:
- " abbiamo visto che nevica ! " - distratti e ciechi ma in buona fede.


( Auguro a tutti i concertisti un Natale di pace, nella consapevolezza che non c'è miglior gioia che il rispetto per il prossimo, per la natura, e per noi stessi, serenità a tutta l'isola aspettando che il nostro cuore rigonfi di speranza)

zanin roberto

   
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