Luisa Brambilla
Villeggiante
Italy
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Inserito - 16/04/2008 : 21:54:21
Avevo sei anni da compiere ma ricordo bene lo scherzetto che, in tutta buona fede e incoscienza, mi fecero i miei genitori inconsapevoli delle reazioni che sarebbero scaturite a distanza dalla loro bambina, cioè io. Mi svegliarono molto presto perchè dovevamo partire per le vacanze, come al solito i bambini sono sempre impegnati a giocare, è quello il loro unico dovere e diritto, quindi non si rendono conto che il mondo gira comunque intorno a loro. Presi bagagli e bagaglietti, ci mettemmo in strada; non fu un viaggio ma un epopea lunga non so quanto, ma arrivammo di notte; ci dovevamo fermare ogni tot di km, perchè l'acqua del radiatore andava in ebollizione e io, zitta e assonnata, pensavo al mio lettino abbandonato e a dove avrei dormito la notte. Finalmente arrivammo: era ora! Non mi ricordo quando andai a letto, ma ricordo che questa casa delle vacanze non mi piaceva e l'acqua che usciva dal rubinetto aveva sapore brutto e anche odore brutto( probabile fosse salmastra). Ma non sono le vacanze la parte importante, le vacanze passarono serene, si fa per dire, perchè le mie tonsille si misero in mezzo e tanto, per non sbagliare, comparvero le odiate iniezioni di penicillina. Ho un immagine ferma in testa: il campo dei girasoli che vedevo dal balcone non ne ho più visto da allora. Per la cronaca la località in questione era la città di Alghero negli anni 70, ma la temperatura dell'acqua del mare era sempre la stessa gelida. Finiti i tre mesi di vacanza, dovevamo ritornare e, cosa ancora più importante, dovevo entrare in prima elementare, ma questa è un altra storia dall'album dei ricordi. Di nuovo in macchina, soliti bagagli, solita epopea terrificante, ma c'èra la sorpresa ad attendermi quella che ho menzionato all'inizio. I miei genitori avevano pensato bene di cambiare casa, ecco perchè erano spariti per una settimana: dovevano fare il trasloco. E io che pensavo al mio lettino, alla mia cameretta piccolina e mi ritrovai in una casa grandissima secondo me, in un camera semi vuota, immensa. Ma avevo troppo sonno e quella notte ho dormito come un ghiro, ma solo quella notte. Il giorno dopo ho attaccato la lagna, come dice mia mamma, su come si erano permessi di cambiare casa senza dirmi nulla, che questa casa faceva schifo era brutta, volevo l'altra e basta, portatemi via da qui o mi portate lì o ci vado da sola tanto lo so dove si passa, lo chiedo a nonna, lo chiedo a zia, non mi volete bene e ancora e ancora per mesi. Un giorno scopro che nella mia casa, la mia unica casa della mia piccola vita, era andato ad abitare un signore che lavorava con mio padre e ho rimesso in moto il disco rotto, ti prego ci possiamo andare anche solo poco poco, faccio da brava lo giuro portami per favore. I miei genitori adesso iniziavano a capire che la loro figlia non gradiva molto i traslochi( sono rimasta così) e, forse stanchi della lagna e mossi a pietà, acconsentirono a portarmi. Lo raccontano ridendo, che entrai con aria da piccolo carabiniere ispezionando e criticando tutto, girando in ogni stanza da sola, persa nei miei ricordi, ma il culmine fu quando arrivai nella mia cameretta e mi resi conto che la mia libreria verde che usavo come scaffale per i giocattoli era stata lasciata lì e esordiì con: " ma quello è il mio cosa ci fa qui?" E mia mamma, con la faccia in terra, a spiegare che adesso ci mettevano i giocattoli altri bambini, ma non ero convinta, però dissi di trattarlo bene perchè lo scaffale anche se restava lì era sempre il mio e, se mi girava, lo avrei portato via. Ripensandoci, mi ricordo la faccia divertita di quel signore e dei miei genitori che, una volta conclusa la visita, mi dissero:" adesso sei contenta ti sei calmata?" E io, in effetti ero contenta, ma non del tutto soddisfatta; li costrinsi a fare il giro di tutto il vicinato e dei negozianti per salutare e farmi dare anche un pò di caramelle per consolazione. Mi calmai, ma ammetto che anche adesso quando ripasso in quella strada mi si stringe sempre il cuore e ritorno piccola per qualche istante.
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