Alessio
Cittadino
Italy
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Inserito - 12/08/2008 : 16:19:55
E' una mattinata afosa. Percorro la strada provinciale in direzione Manerba del Garda. Sono assonnato, guido a bassa velocità. Ascolto 'enjoy the silence' dei Depeche Mode, fumo una sigaretta mio malgrado. E' domenica ed oggi mi dedico tempo, attenzione, silenzio. Oggi è la mia giornata, una giornata con il sole, l'erba odorosa e d'un verde intenso, il venticello leggiadro soffia qui e là come per gioco, in una corsa contro il tempo che scorre, inesorabilemnte scorre lasciando certo solo il divenire. Ed io mi scruto, cerco di capire a che punto sono. Mi guardo dallo specchietto retrovisore, strizzo gli occhi arrossati in una smorfia di disapprovazione, mi abbandono a quel mare tumultuoso in cui onde oceaniche travolgono i miei pensieri. Il respiro si fa maggiormente appesantito, il ritmo cardiaco aumenta ed io mi abbandono e semplicemente mi dico ' sia quel che sia'. Mi rimetto alla vita ed attendo che tutto passi. La solitudine rappresenta quel lato misterioso della creatività. E' attraverso questi momenti che riesco a percepire il mio essere individuato, speciale, unico nell'universo. In queste ore di pace nascono progetti, significati. Ricontattare parti profonde di sè,desideri, sogni, speranze non è facile quando sei abituato a funzionare per gli altri. E mai come in questo momento io sento la necessità di occuparmi di me stesso, di regalarmi amore, comprensione, rispetto. E' ardua l'impresa ma sono sul sentiero e continuo a camminare verso la verità. Uno squillo mi riporta al mondo. E' Tiziano, mio cognato. Giordana, mia sorella, è stata ricoverata ieri mattina agli Spedali Civili di Brescia. Ha avuto un problema durante il monitoraggio. E' ormai al nono mese ma purtroppo il liquido amniotico è sceso a dei livelli preoccupanti. Tiziano in preda all'agitazione mi spiega che hanno applicato il gel per procurare le doglie a mia sorella. Voglio esserci. Non voglio perdermi nemmeno un momento della nascita di mio nipote. Così a seguito delle raccomandazioni di Tiziano che è sempre molto premuroso nei miei confronti, eseguo un'inversione ad U, quinta in tangenziale, direzione ospedale. Mi rilasso ma l'emozione è tanta. Piango. Penso a quanto sarebbe stato importante per mia sorella avere al suo fianco nostra madre in questo momento. Respiro. Cerco di contattare la mia parte femminile, quella legata all'accudimento. Salgo le scale dell'ospedale in fretta mentre il sole si insinua dalle vetrate lucenti. Mi dirigo verso la sala travaglio. Giordana è per terra in una smorfia di dolore e con le lacrime agli occhi. Ha dei dolori alla schiena, non controlla il respiro. Vorrei tanto abbracciarla ma sono bloccato. Il solito malefico blocco che mi prende quando sento che i confini del mio io si fanno più labili. Le prendo la mano, la invito ad assumere la posizione più comoda ed insieme respiriamo. Respiriamo con tenacia, controllo. Tiziano è lì e le tiene la mano. L'accompagna per il corridoio del reparto dove allegra sventolano i disegni dei fratellini e delle sorelline dei piccoli nati. Assumo un'impostazione professionale. Mi dico 'sono un'educatore'. Ma questa volta non funziona. Così mi dirigo verso mia sorella. L'abbraccio e piango dalla gioia. 'Vorrei dirti tante cose ma non ci riesco...accetta il mio silenzio. Sono qui per te'. Dopo un lungo monitoraggio Giordana viene preparata per la sala parto. E' rilassata ed io con lei. Nell'attesa io e Tiziano prendiamo un caffè e sono meravigliato di come due uomini partecipino così empaticamente al parto, considerato territorio femminile per antonomasia. Sono orgoglioso di mio cognato. Un bel respiro, un abbraccio simbiotico, uno sguardo complice e lo vedo sparire in quel corridoio verde. Mi siedo. Faccio qualche chiamata avvisando la mia famiglia allargata. Arrivano tutti. Mio padre, zia Giuliana e zio Giacomo, i genitori di Tiziano, le mie cugine. Dopo due ore di attesa un'infermiera dal camice verde spalanca la porta della sala parti. Mi si avvicina e con il viso illuminato dalla vita mi sussurra che Gabriele è nato e Giordana sta bene. Piango, singhiozzo tra la gente. Gabriele è bellissimo. Ha grandi occhi e un nasino delicato. Si sfiora le orecchiette con quelle manine delicate. Sembra sereno. Lo scruto dal quel vetro con le tendine abbassate. E' indescrivibile il senso di appartenenza che ho sentito fin da subito. E' indescrivibile l'amore che ho sentito sgorgare dalla mia essenza quasi fosse un fiume di tutto ciò che di più bello possiedo. Ed ho visto allora la bellezza dei cuori delle persone che vivono al mio fianco. Cuori pulsanti, emozionati, diversi. 'il più bel giorno della mia vita'. Volevo condividire con te questo momento di grande gioia. Con te che hai condiviso una parte della mia esistenza. Ti allego delle foto di Gabriele. Un forte abbraccio Alessio
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