“Ombre che solo io vedo,
mi accompagnano i miei due nonni”.L'uno bianco, colto e responsabile.
L'altro nero, gentiluomo e un po' mignotto.
Il bianco gioca con le parole, soppesandole e ricamando frasi ad effetto, raffinate ed argute.
Il nero impreca o sorride a difesa dei suoi valori genuini, biascicando frasi dal suono impastato di un buon fiasco di vino paglioso.
Il bianco si schiera dalla parte dei giusti e lotta con dedizione per la causa, ma rimane nell'ombra, in disparte, pur avendo ruoli di primo piano.
Il nero gonfia il petto e mostra la pelle lucida, cerca rifugio per i suoi cari e cibo per la sua gente. Non ha paura delle bombe, molto più dei terremoti, casomai, perché “non ci puoi far niente”.
Il bianco stimola il mio cervello di continuo e porta consigli, ponderato.
Il nero alimenta il mio cuore ballerino e mi induce a qualche sbaglio, che mai rinnegherò, però.
“Ombre che io solo vedo”, mi accompagnano dall'alto, ma anche da dentro.