spazioscuola
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Inserito - 06/02/2009 : 17:09:43
Cuore di Fata Una delicata leggenda Orchidea e Tulipana erano due fate, amiche inseparabili ed è proprio per questo motivo che dopo la scomparsa di Tulipana, l'unica che continuò a girare per i boschi chiamando la sua amica era proprio Orchidea. Lei..così fragile e delicata,la pella avorio e lunghi capelli neri che le incorniciavano il viso come a proteggerla..lei.. piena di amore per la poesia, la musica e per tutto quello che è bello..lei.. cosi silenziosa che dialogava con il cuore sentiva più delle altre compagne la mancanza di Tulipana. Fu cosi che un giorno dove un bosco di betulle confinava con una foresta di vecchi, enormi abeti si fermò all'improvviso ad ascoltare. Il canto dolcissimo di un usignolo arrivava fino a lei. Orchidea si inginocchiò incredula, possibile che delle note cosi meravigliose potessero venire da un uccello cosi piccolo. Eppure non poteva sbagliare, era proprio un usignolo. La fata rimase rapita per un pò ad ascoltare quella musica meravigliosa e poi cercò di vedere l'usignolo, ma appena si avvicinò ai primi abeti di colpo il canto tacque. Nel grande silenzio che seguì sembrò che anche il bosco la rimproverasse di esserne stata la causa. Nei giorni seguenti Orchidea ritornò più volte nello stesso punto e sempre si ripeté la medesima scena: fin che lei rimaneva fra le betulle, poteva ascoltare l'usignolo, ma appena si avvicinava questi taceva. Ormai quella musica era diventata un' ossessione. Non si contentava di sentirla da lontano, no, voleva andare più vicino, sentirla più forte, sentirla più sua e non sapeva come fare, finché si ricordò che poteva approfittare dei suoi poteri di fata per raggiungere lo scopo. Si concentrò a lungo e dopo un gran sospiro si trasformò in una piccola capinera. Entrò nel bosco volando da un cespuglio ad un altro, sempre più avanti, sempre più vicino. Il suo cuore di fata che era ormai diventato il cuoricino di un uccello batteva forte per l'emozione:come avrebbe voluto cantare anche lei insieme a quel suo amico cosi bravo! Ormai era vicina, stava quasi per vederlo, là dietro quel pino. Un solo cespuglio spinoso la separava dalla voce che tanto cercava di raggiungere,ci svolazzò sopra e posate le zampette su un ramo rinsecchito allungò il corpicino fra le spine per vedere oltre la lama di luce. Eccolo.. Ma cosi facendo si spinse contro un aculeo della pianta che nel bosco tutti temevano perchè velenosa. La povera fata fu trovata il giorno seguente dalle altre sue amiche fate vicino al terribile rovo e con una macchiolina di sangue sul petto immacolato. Gli occhi chiusi per sempre. Le fate scavarono una fossa e la seppellirono sotto terra ai piedi di quel cespuglio che le era stato fatale. Gli abitanti di quella parte del bosco si accorsero, senza capirne il motivo, che ogni giorno un usignolo per cantare si posava sempre sul rovo; e nei giorni che seguirono, ad uno ad uno, caddero gli aculei del cespuglio e al loro posto sbocciarono tanti fiorellini candidi. Candidi come la pelle chiara ed il cuore immacolato della giovane fata.
Miriana Figliola
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