riccardo resconi
Senatore
Italy
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Inserito - 21/02/2009 : 12:38:17
Il palcoscenico si apre all'improvviso squarciando il buio a cui l'occhio si era abituato in quei pochi attimi,e dove anche il respiro era cadenzato nell'attesa. La scenografia e' davvero bella.Ricorda la facciata di un sobborgo di Londra,avvolta nella nebbia e oscura nel contempo. Il rumore di un orologio batte forte e sancisce lo scorrere del tempo. La scatola si inizia ad aprire. Le stanze iniziano a scorrere senza tregua alcuna,con dei sensi non ben definiti ,ma in una sorta di cubo di Kubric. Le stanze racchiudono storie di vita,che scorrono in dialoghi serrati talune volte,altre volte in monologhi estenuanti. Carichi di sofferenza,di ansie,di paure,di verita' impronunciabili. La figure in abiti Vittoriani,in una sorta di carosello,scorrono evocando ora malignita' tra signore, sulla vedova James o in chiacchere da club del tennis sul ricco ma anarchico russo Vladimir. In tutto questo c'e' lei. Colei che non sembrava fosse quella donna che avesse rubato la scena. Ma il suo lento avanzare nei dialoghi,nei soli passi,negli sguardi persi nel vuoto come per cercare una mano tesa che la porti via di li',diventa come un treno in corsa. Nel massimo della sua potenza artistica,il suo monologo porta a vederla in tutte le sfaccettature che un artista ma sopratutto una donna trasmette al pubblico. La sua storia di vita porta a rappresentare il dolore,ma anche l'amor per quel fratello perso. Quel fratello che ha preferito,nel suo ritardo mentale,fare saltare il suo corpo per la liberta'. Quella liberta' che ha privato lui della sua stessa vita e che ha reso pazza la sorella. L'attrice rappresenta tutto questo. Il suo volto non mente. Il suo corpo denuncia lo sforzo teso a rappresentarlo. Soffrivo quasi con lei. Ecco come l'essere umano ama e soffre. Che emozione......
patapump
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