antonio sammaritano
Emerito
Italy
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Inserito - 07/03/2009 : 17:51:00
Dalla cima del monte senza nome, ché un nome gli è stato risparmiato, scolpisco l’opera della mia esistenza: almeno in parte... Ho capito e non ho capito come l’artigiano che ha dieci figli, con un lavoro mal retribuito, vorrebbe, la sera, il sangue che ha versato rimetterlo al suo posto fare l’amore guardando nella moglie quell’unico amore che ha sposato... Come il falco dalla spezzata ala aspettare la volpe per l’ultima battaglia e morire all'oscuro d’aver vinto... Non vedo luce nel sole che m’acceca: solo te , granitica silhouette della memoria; mi abbagli , te ne vai eppure resti. Sono questi quei fiori che mangiammo nei prati della nostra gioventù; Ecco perché mai più udrai lamenti... Anche se li trasformerai in omaggi per seguire la corrente senza stare in coda. Anche se sai che il feretro bugiardo cadaveri non serba. Diverranno frutti d’una attesa mangiandone uno per il tuo quotidiano passo a ritroso? Può darsi , tu non mi stupisci e mai mi stupirai nello stupirmi. Se dovessi cadere un’altra volta, prendi il bastone, quello di ciliegio e fanne privilegio solo tu. Tienilo stretto per incamminarti pian piano, senza farti male in quel sentiero del monte senza nome; se mai mi troverai al nostro posto, guardati intorno e togli quei sassi, scopri il mio corpo predatore di sé stesso ma anche di te, senza paura di espormi al sole insieme al nostro amore devastato da un errore dalle spore velenose, per scacciar via la lunga solitudine che, tutto sommato, non si può misurare. Otto parole scandisce l’imbrunire: quelle parole ... e tu ridevi sempre... Tinta che non sbiadisce riccioli senza fine.
ANTONIO SAMMARITANO
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