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 4 Favole e Racconti / Tales - Galleria artistica
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Roberto Mahlab
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Inserito - 19/12/2009 :  18:04:14  Mostra Profilo Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
"Volevo ringraziarvi con tutto il cuore, specialmente per le arance e i pompelmi Jaffa da Israele, sapete quanto ci tengo".
"...pompelmi? veramente non saprei... oh, si riferisce al pacchetto che le abbiamo mandato?... si figuri, è nostro piacere dopo tutto il lavoro che ci ha affidato durante l'anno".

Ero al telefono con il mio spedizioniere di Genova, poco prima un corriere espresso mi aveva consegnato una cassa, "è dallo spedizioniere di Genova", mi aveva informato il fattorino.
"Sembra un bel pacco dono", diceva la mia segretaria e braccio destro e sinistro e mente pensante mentre aprivo la confezione e grande fu la meraviglia di scoprire scatolette di cioccolata finissima, olive mediterranee e poi, sotto uno strato di cartone, una dozzina di grossi e succosi pompelmi gialli e rosa e arance e grandi pomeli, con l'inconfondibile etichetta Jaffa sulla buccia.
"Uno dei pacchi dono più sontuosi che lo spedizioniere ci abbia mai mandato e poi l'indovinata scelta dei prodotti di Israele!", ripetevo entusiasta.

Mia madre intanto si era precipitata a telefonare a mia sorella affinchè riferisse a mio cognato di telefonare allo stesso spedizioniere di cui si serviva anche la sua azienda per chiedere lumi su dove avessero trovato quei particolari e squisiti prodotti e, magari, se avevano altri pacchi dono del genere disponibili.
"C'è magari un indirizzo del produttore sul cartone?", chiese mia sorella, "un momento che guardo", le rispose mia madre.

Due secondi dopo mia madre mi gridò :"Roberto, non telefonare agli spedizionieri di Genova, il pacco non proviene da loro..."

Troppo tardi, avevo già concluso la telefonata e mi ero profuso in profondi e eterni ringraziamenti, fino a proporre agli spedizionieri un invito a pranzo se fossero passati nella mia città.

"Ma non avevi letto che cosa c'era scritto sull'indirizzo di provenienza stampato sul pacco?", la mia segretaria si teneva la pancia dal ridere, "hai ringraziato lo spedizioniere per un pacco che non ti ha mandato!".
"Ma il fattorino aveva detto..."
"Ma sei sicuro?", insistevano mia madre e la mia segretaria, dato che sono noto per i guai che combino.

In quell'istante suonò di nuovo il campanello dell'ufficio, si ripresentò il fattorino che, con la testa china, bisbigliò :"questo è il pacchetto arrivato per voi da Genova, quell'altro pacco che vi ho portato prima è arrivato direttamente da Israele, ho scambiato i bollettini di consegna!".

La mia segretaria prese il pacchetto e lo aprì, c'erano dei calendari, l'usuale regalo di fine d'anno dello spedizioniere, poi mia madre tolse il tagliandino di provenienza del pacco con i prodotti Jaffa e vi lesse il nome del mio fornitore di merce prodotta in Israele.

Il fattorino aveva davvero scambiato le ricevute e per questo io ero caduto nell'equivoco. Tra le risa dei presenti, telefonai al produttore israeliano per ringraziare del pacco dono.
"Chissà che cosa pensano di te gli spedizionieri di Genova ai quali hai fatto un discorso che certo non hanno compreso", la mia segretaria girò il coltello nel mio animo ferito.

Comunque devo ammettere che da quando lavoro con le fabbriche di Israele importandone i prodotti in Italia, mi sento stanco ed è per questo che i guai che combino in ufficio sono più inverosimili del solito, usualmente infatti la mia segretaria riesce sempre a fermare le conseguenze dei pasticci che combino, ma stavolta neppure lei era riuscita a rimediare prima che facessi l'errore, pur involontario, della telefonata di ringraziamento alle persone sbagliate.

Mi sento stanco perchè oltre a lavorare di giorno per distribuire in Italia i prodotti ad altra tecnologia delle aziende israeliane, sono impegnato anche a lavorare di notte per difendere il mio investimento. Infatti a seguito delle nuove normative sull'etichettatura obbligatoria del paese di origine, i miei prodotti portano una vistosa etichetta con l'indicazione "Made in Israel".

E di notte, di ritorno dalle librerie o dal cinema, tiro via dalle fermate dei tram con la punta di una chiave i manifestini adesivi appiccicati dagli antisemiti di ogni colore con su scritto "Boikott Israel". Nel buio della notte non mi ha mai notato nessuno e ho potuto agire fino ad ora indisturbato. Ecco come di notte sviluppo e proteggo il lavoro che faccio di giorno. La mia segretaria mi ha detto che comunque è mio dovere e che di conseguenza non mi paga lo straordinario, seppur io non sia stipendiato.

Ho già al mio attivo tre fermate del tram, una in centro e due vicino a casa mia. La mia segretaria mi ha ieri affidato l'incarico di procedere all'eliminazione di eventuali manifestini antisemiti alle fermate dei mezzi pubblici della via più lunga della città.
Ho contestato che siamo in pieno inverno, che ci metterei ben più di una notte intera a percorrere tutta l'infinita strada e poi come faccio a rimanere sveglio di giorno se di notte devo staccare la propaganda antisemita e la mia segretaria mi guarda male se il mattino dopo arrivo tardi perchè dormo fino a mezzogiorno?

Certo che le mie peripezie sono di poco conto rispetto ai rischi per la loro salute che corrono i birichini antisemiti che invitano a boicottare i prodotti israeliani, infatti dal piccolo paese mediterraneo provengono tante e tali scoperte scientifiche e mediche che non sarebbe possibile vivere senza di esse. Qualche tempo fa un conoscente della palestra che frequento era partito in quarta con una lunga dissertazione sul fatto di come Israele non avesse il diritto di esistere ed io gli risposi che proprio quello stesso giorno dai laboratori di ricerca israeliani era uscito il prototipo di un apparecchio di analisi non invasivo che avrebbe finalmente mandato in soffitta sistemi fastidiosi e pericolosi di accertamento diagnostico, il conoscente si bloccò all'improvviso, poi mi raccontò con commozione che sua madre avrebbe usufruito del nuovo metodo e terminò il suo contradditorio discorso elevando lodi ad Israele e alla sua cultura.

Così, mentre l'altra notte staccavo altri manifestini antisemiti che incitavano a boicottare i prodotti israeliani, mi chiedevo quanti dei diffamatori vivevano grazie ai prodotti stessi del paese che volevano cancellare dalla faccia del pianeta.

Adesso è pomeriggio, approfitto per andare a dormire un poco, ho un timore, tipo quando non ci si ricorda se si è spento oppure no il gas prima di uscire di casa, avrò tolto tutti ma proprio tutti i manifestini antisemiti dalla via che ho percorso ieri? Se per caso ne ho dimenticato qualcuno, spero che nessuno lo vada a riferire alla mia segretaria, altrimenti mi caccia per scarso rendimento.

Roberto Mahlab
(I racconti dell'ufficio)

   
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