E' arrivato mio papa'. Che gioia indescrivibile.
Lo aspettavo a Nahariya, all'uscita della stazione dei treni,i miei occhi correvano in mezzo alla folla a cercarlo,il cuore e il corpo fremevano preparandosi a qualcosa di grande e forte.
Scorsi il mio papy!Pieno di borse e bagagli,(sembravo io quando vado a danza)velocemente abbiamo incrociato gli sguardi ed e' come se i nostri sorrisi volessero abbracciarsi prima di noi.
Superato l'ostacolo della folla ci siamo abbracciati esattamente in mezzo al controllo sicurezza,ma poco ci importava.Era come se la gioia fosse cosi' intensa e grande tanto da pungere.
L'abbraccio sembrava muoversi al rallentatore.
Quando finalmente mi sentivo totalmente avvolta dalle sue braccia piene di un fortissimo amore, e' come se allo stesso tempo la felicita' mi avesse privato di ogni controllo.
Gli occhi pieni di lacrime,urlavano,rideveno,cantavano,ballavano in silenzio.
Stringevo i denti piangendo e dentro di me ringraziavo.
Attorno a noi mille occhi,il poliziotto del controllo sicurezza,la gente,i passanti.Tutti ci guardavano,ed era come se fossero stati coinvolti dal vortice di energia che emanava il nostro abbraccio infinito.
Ci stacchiamo,e mio papa' sorridendo mi dice:"Che bella che sei papina mia!".
Mi ha portato una lettera da parte di mia mamma e una da parte di mia sorella.Che parole,che bello leggere la loro scrittura sulla carta e pensare che e' passata fra le loro mani.
Non mi sono mai sentita cosi' attaccata alla mia famiglia come ora.Che cura meravigliosa mi sta regalando questo viaggio,sono davvero infinite le cose che mi sta insegnando,che sto apprezzando e sulle quali mi fa riflettere.
Ora dico grazie di avere una mamma,un papa' e una sorella:e' davvero bellissimo.E' come se il legame sanguigno si potesse vedere ad occhio nudo,come se si riuscisse a dipingere l'amore in un quadro,ad assistere alla propria nascita.
Questa esperienza presenta diverse difficolta',ora soprattutto all'interno del gruppo con il quale mi trovo a vivere.Bisogna sopportare,resistere,farsi capire,trovare le parole giuste per esprimersi,cercare di accontentare tutti,condividere qualsiasi cosa con altre nuove teste totalmente diverse l'una dall'altra.Nel progetto di "Beresheet LaShalom" si vivono veramente le tensioni tra i compagni,arabi ed ebrei,io mi sento esattamente nel mezzo.Come una spettatrice che guarda a bocca aperta un reale e attuale problema che vive e si muove sotto i miei occhi.Non e' facile vivere in un gruppo spaccato prima di tutto in dieci e poi in due,ricco di conflitti di ogni tipo.Mi manca spesso affetto e serenita',ma cerco di stare in pace con me stessa:mi abbraccio,mi bacio le mani e le gambe,mi pettino pensando ai miei sogni,mi lavo il viso cercando di lavare anche gli ostacoli,mi vesto accogliendo piu' positivita' possibile.
Gli sbalzi d'umore sono infiniti e incontrollabili,allora faccio finta che siano musica:chiudo gli occhi e mi lascio andare.....mi fido.

Dana Saady