Alice e gli altri
(In ricordo del dolore di alcuni, per il rimorso di tanti)
* * *
Il mio nome era Alice e avevo dieci anni
quel giorno d'aprile, nel sole di Roma.
Coi bruni capelli raccolti in due trecce
in bici correvo, tornando da scuola.
Gli occhi ridenti ignoravano il male,
Il cuore felice non aveva nemici..
Un camion trovai sul portone coi miei:
la mamma piangeva, il babbo sudava.
Con rabbia hai gridato sputandoci addosso:
“La festa è finita, schifosi giudei!”
Eppure a nessuno abbiam fatto del male
a tutti un sorriso, un aiuto sincero.
Dov'eri, fratello, quel giorno d'aprile?
Hai chiuso il tuo cuore, hai alzato barriere,
di odio hai indossato una bruna divisa
e non hai più voluto guardare il mio viso.
Hai steso un sudario sul pianto stupito,
e a mani protese hai negato l' aiuto.
Dov'eri, fratello, quel giorno d'aprile?
Sulla tunica a righe una stella hai cucito
mi hai stretto in abbraccio con funi e con lacci
mi hai chiuso in un forno,
mi hai preso la vita.
Una bianca fiammella accompagna l'addio,
resta solo un sospiro in ricordo di Alice.