La terra trema, non abbandoniamoli e non è vero che non bisogna andare...andiamoci invece, e non a mani vuote. Appunti di viaggio nelle zone dove la terra ha iniziato a tremare la notte del 20 maggio
SOS, Il telefono azzurro
S.O.S. Telefono Azzurro ONLUS, la prima linea telefonica per la prevenzione dell’abuso all'infanzia e per la tutela dei bambini e degli adolescenti, è nata a Bologna l’ 8 giugno del 1987.
Ho contattato il "telefono azzurro" dopo che mi era stato detto che avevano montato un tendone a Finale Emilia per raccogliere i bambini terrorizzati e sradicati dalle loro case e dalle loro scuole. Hanno bisogno di cancelleria e abiti nuovi per bambini e anziani.
Sabato l'abbiamo dedicato a organizzare il materiale, diamo la preferenza alla cancelleria, da portare a Finale, aggiungiamo anche un pallone da calcio, che ha molto divertito i volontari.
Domenica mattina partenza per l'Emilia.
Ho trovato una super organizzazione, il materiale è stato consegnato direttamente ai volontari e portato sotto la tenda. Ne parlai in uno dei due bar restati aperti a differenza da quanto scritto sui giornali e detto nelle TV, non finivano più di ringraziarci per avere portato direttamente il materiale a chi ne ha bisogno e soprattutto per avere fatto questo viaggio. Gli aiuti devono essere immediati e concreti,c'è ancora uno stato di emergenza grave con la terra che contiunua a tremare.
http://www.facebook.com/pages/SOS-Il-Telefono-Azzurro-Onlus/44991281207.
IL tendone del " Telefono azzurro" raccoglie moltissimi bambini anche molto piccoli, spaventati e sradicati dalle loro case, dalle scuole, dalla loro vita di tutti i giorni, con il boato della terra che ha ripreso l'attività sismica.
Finale Emilia, dove è stato montato il tendone dei bambini, ha circa 16.000 abitanti. Malgrado la devastazione si vedono le tracce di una città ricca e bene orgnizzata. Gli abitanti della case agibili preferiscono dormire in tenda o in roulotte.
Gli abitanti si sono mostrati contenti degli aiuti ricevuti direttamente, ci sorridono e cercano di nascondere la loro disperazione. Conosciamo una signora di Bologna che ha fatto la colletta e ho portato il cibo, chi rientra nelle case può trovare la morte, come già avvenuto.
Un anziano pensionato ci racconta con grande ammirazione che venerdì scorso sono arrivati i volontari che hanno portato e montato ben 700 tende.
Il caldo e l'umidità creano un clima pesante da sopportare.
Occorrono almeno dei ventilatori per alleviare la sofferenza delle persone dentro le tende, dove è ospitata una intera popolazione.
A Finale Emilia visitiamo la zona dei crolli più clamorosi. L'antica torre è crollata e del castello è rimasta solo un'ala. Sono gli edifici storici di cui gli abitanti andavano giustamente orgogliosi, ma ora le priorità sono le persone e l'economia.
Il profumno dei tigli e dei caprifogli creano un contrasto surreale con la natura rigogliosa e la disperazione della gente.
Decidiamo di spostarci verso Mirandola per proseguire per Mantova.
Superiamo San Felice sul Panaro e Rivara dove vediamo l'antica stazione ferroviaria,riscattata dai figli dell'ultimo capostazione, crollata. Proseguiamo.
Mirandola, la città di Giovanni Pico, è blindatissima.
La polizia continua a girare intorno alla circonavallazione per tenere lontani gli abitanti imprudenti dalle loro case, tutte pericolanti. Era una città d'arte, splendida e importante.
Apprendiamo che gli ingegneri volontari per il monitoraggio degli edifici hanno risposto all'appello.
Una giovane studentessa di terza media, che dovrebbe fare gli esami e iscriversi al liceo classico ad indirizzo storico, mi mostra la sua casa al di là delle transenne. E' intatta ma di fianco c'è una casa sinistrata che da un momento all'altro potrebbe precipitarle addosso.
E' preoccupata per i suoi studi e per il suo futuro. Non ha più i suoi libri e vorrebbe almeno studiare anche se dentro e dentro la soffocante tenda. Cerco di incoraggiarla e la sollecito a mandare dei messaggi in internet, visto che hanno a disposizione un pc.
Ci segnala Moglia, dice che la TV non ne parla, ma le imprese sono tutte disastrate.
Moglia, il paese vicino a Mirandola, in provincia di Mantova e la stessa Mirandola non hanno più un'azienda integra. Ieri sera il TG di SKY dà la notizia che gli ingegneri hanno iniziato a monitorare le fabbriche per agevolare la riapertura. Una fabbrica ha in progetto di riaprire mercoledì, poi ieri sera un'altra scossa...
Impianti di irrigazione
Sono stati danneggiati dal sisma.
Il più piccolo è stato riparato con un lavoro di 12 ore al giorno e ieri ha ripreso a irrigare. La campagna è bellissima, ben coltivata, verdeggiante, una gioia per il cuore.
Quello più grande, a Moglia, è in condizioni pessime. Nell'edificio non si può entrare. Questo impianto ha anche la funzione di contrastare le alluvioni e tra un paio di mesi potrebbe esserci anche questa emergenza.
...ho letto la disperazione negli occhi della gente, anche se sorridono se ti rivolgi a loro...intanto la terra continua a tremare...
CAMPER e roulotte. Come accadde nel Friuli, per aiutare i contadini si cercano volontari che possano dare in prestito roulottes da campeggiare nei campi, per essere vicini al lavoro. visto che le case sono inabitabili e le strade strade parzialmente chiuse con crepe profonde nella terra.
Mantova
La città è vivace, i turisti affollano i tavolini. Gli abitanti sono rientrati nelle case. La città, come sempre ci affascina , qualche scatto, un momento di riposo, si ritorna a casa. Dopo due ore sentiamo sotto i nostri piedi il pavimento di casa a Milano che balla...un'altra scossa.
Elena, Livio, Pierluigi