Inserito - 08/06/2012 : 09:43:25
A casa di Antonio Fogazzaro Una passeggiata come un’altra, tanto per spezzare la monotonia giornaliera, è questo che pensavo salendo sul pulman che mi avrebbe portato ad Oria passando dalla Svizzera. E così sotto un cielo che non prometteva nulla di buono arrivai a quella sponda del lago di Como. Prima ancora di entrare nella villa mi ero già innamorata. Il piccolo borgo conserva tutt’ora un fascino antico, fatto di viottoli, approdi e giardini.
Casa Barrera apparteneva alla famiglia di Teresa la madre di Fogazzaro, realizzata su di un edificio risalente al XVI secolo e poi accorpata a più fabbricati tipicamente ottocenteschi sia negli addobbi che nei motivi floreali. Negli anni Cinquanta e Sessanta il marchese Giuseppe Roi pronipote, di Fogazzaro ed ultimo proprietario, affiancò stanze da bagno per ciascuna camera da letto per accogliere adeguatamente i numerosi ospiti. Il marchese Roi fece poi dono della villa al FAI perché potesse essere aperta al pubblico. Ma al di là delle informazioni assolutamente interessanti degli aspetti architettonici, la mia mente e il mio pensiero andavano altrove.
Camminavo in quelle stanze, con lo sguardo accarezzavo mobili, suppellettili, quadri e fotografie, tutto rimasto intatto per volere del marchese.
Con la macchina fotografica ho cercato di catturare forse sarebbe il caso dire “rubare” pezzi di mondo antico e portarmeli a casa e gustarmeli con calma, riassaporare così la pacata atmosfera che entra nel profondo, passeggiare nel giardino, sostare sotto l’olea fragrans, come Franco Maironi e godermi quel luogo appartato affacciato sul lago.
Dietro la porta di una camera da letto Giacomo Zanella, amico di Fogazzaro, scrisse “ fra tanto variar d’ombre e di luce / che sui monti e sul lago il sole induce / una cosa non muta il lieto volto / onde qui sempre vien l’ospite accolto” Non me ne sarei più andata, ogni angolo di quella casa dall’eleganza misurata mi suggeriva immagini di vita, di pace e tranquillità, fonte ed ispirazione di opere letteraria che fanno parte della nostra cultura, eredità di cui esserne fieri.
Un ultimo sguardo alla villa prima di partire e un abbraccio a quel lembo di lago.
“Ombretta sdegnosa del Missisipì non far la ritrosa ma baciami qui”Luisa Camponesco
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