Avevo circa sei anni,pochi e tanti
per quel mondo bello e selvaggio
con grilli e farfalle nella testa
e le scarpe a bocca aperta senza denti
per i calci a ogni oggetto rotondoAvevo occhi furbi in sguardi a scatti
e viso emblema di monello perso
e tutti mi davano pizzicotti sulle guance
Quando a mano si mieteva il grano
nei campi lontani dal casolare
sotto un sole che bastonava divaghi
raccoglievo rare spighe disperse
nelle stoppie,spade alle ginocchia
intarsiate da ferite secche ravvivate con saliva
ma coltivavo secondo fine
scorgere qualche nido di quaglia
Consumavo energie non tanto per movenze
ma a combattere risse furibonde di tanti sogni
e all’ora di pranzo come volpe in attesa
a resa d'allerta a calura di galline
assopite inermi all'ombra,guardavo da lontano
materializzarsi il fantasma di nonna Caterina
col cesto di viveri in testa e mani ai fianchi,
sembrava equilibrista del circo su filo contorto
lungo un viottolo,lenta s’avvicinava graziosa
ma il tempo ad un certo punto si faceva granchio
e partivo veloce per andarle incontro e aiutarla
a liberarsi dal peso e dividerlo tra l’afferro
di due maniche,certezze al sodo
Gran smania nell’ultimo tragitto
domandavo quali leccornie custodite
e lei sorridente diceva..indovina…
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Da:Ricordi Agresti
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michael santhers