Roberto Mahlab
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Inserito - 27/12/2013 : 11:56:00
Erano i tempi di una dinastia crudele indifferente alla voce del popolo io ero uno straniero venuto dall'oriente dove il pensiero era l'ascolto. Un giorno uscii di casa per fare la rivoluzione per portare allo scoperto la mia interiorità dopo tanta sofferenza questa era la realtà per incontrare qualcuno di più importante. Me la ritrovai al fianco in abiti dimessi neppure mi accorsi della sua bellezza lei era uscita di casa lo stesso giorno per fare la rivoluzione per incontrare un uomo che aveva scritto delle parole per uscire dalla superficie verso l'interiorità non il caso o la causa e l'effetto quel momento fu sincronia. Facemmo la rivoluzione e io vidi quello che altri non vedevano la sua bellezza interiore ma gli sgherri del tiranno vinsero perché l'animo del popolo era addormentato. E un giorno esplose anche il vecchio mondo di lei non si rese conto di esserne stata l'artefice il suo inconscio quando mi aveva affiancato era lei ad avere deciso il suo futuro. Era ancora sbilanciata e fu colpita e diede la colpa al mondo mi allontanò insieme ai nostri momenti mi tagliò la voce e gli occhi ormai colmi di lei un giorno lo feci anch'io, per un istante poi tornai e si arrabbiò, a specchio specchiava la rimozione di me mi disse che l'avevo delusa era il suo timore di aver deluso me la sofferenza era il suo io e non il sé la rimozione era di quel giorno della sua scelta non della gioia con me. Ed ecco che tre ricerche stanno vagando l'uomo con in gola la voce spezzata la donna con i fili di seta tra passato e presente il popolo con gli stessi amari giorni perché la rivoluzione sia viva deve essere il mezzo e non il fine deve essere Amore l'unica meta di vita quando usciamo di casa è per trovare il cuore e la felicità.Roberto Mahlab
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