I miei giorni da vivere dormono
sul fondo degli oceani, nella luce
di una luna che cade sull’orlo delle case,
nel graffio antiquario del tempo,
-male inguaribile-
che condensa le gioie
in silenzi ostili,
dilata i giorni di dolore
dentro il cuore.
Che la mia vita duri
oltre la confusione di un risveglio
per molte lune, per tante
piogge ancora.
Che duri anche dopo la mia morte
nel sangue di esseri che porteranno
nelle vene lo stesso struggimento
del mio sangue,
che sappiano che avevo la loro vita
scolpita nelle ossa, raccolta
nei venti che soffiavano dal mare,
che veniamo al mondo nudi
splendidi nella nostra povertà di carne
e per un attimo ancora simili agli dei.
Che anch’io come loro ho condiviso
la solitudine, il pianto segreto
dei pesci e degli uccelli.
Come loro ho aspettato
che il mio nome si disperda,
dimenticato in questa mobile
immagine d’eternità.
Io –donna mai nata-
avrò già dimenticato
quanti minuti decorano la mia vita.

rosa blu