Gabriella Cuscinà
Senatore
Italy
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Inserito - 13/04/2015 : 17:14:56
Sogno Cecilia era una bella signora di settanta anni e da dodici era rimasta vedova. Pensava sempre al marito scomparso che aveva amato moltissimo e da cui era stata altrettanto ricambiata. La mattina uscendo, comprava i fiori freschi da mettere davanti alla sua fotografia. Quando ne parlava, lo faceva con le lacrime agli occhi e diceva che avrebbe preferito morire perché, senza di lui, la vita non aveva più senso. Ogni pomeriggio, per ovviare alla propria solitudine, si riuniva con le amiche e giocavano a Canasta. Abitualmente e sempre alla stessa ora, una signora la andava a prendere con l’auto e si recavano a casa di un’altra amica. Quella volta Cecilia si era preparata e alle 16,00 in punto, aveva sentito suonare al citofono. Uscendo, aveva aperto la porta d’ingresso e, improvvisamente, due energumeni l’avevano assalita e l’avevano spinta di nuovo dentro casa. Dopo, l’avevano trascinata per le braccia sino alla stanza da letto. La poverina urlava ma nessuno poteva udirla perché era completamente sola. Nell’appartamento sottostante da sempre abitava l’amica Lucrezia. Costei stava riposando e dormiva profondamente quando le era apparso in sogno il marito di Cecilia. La chiamava e diceva: “ Lucrezia, ma che fai dormi? Cecilia ha bisogno di te. Corri di sopra, sta succedendo una cosa terribile!” Si svegliò di soprassalto e cominciò a sentire strani rumori provenire dalla casa dell’amica. Infatti, i due malviventi avevano scaraventato Cecilia sul letto e lei aveva gridato e si era difesa, poi l’avevano imbavagliata e legata. Quindi si erano messi a cercare per l’appartamento chiedendo: “Dove è la cassaforte? Dov’è la cassaforte?” Qualcuno sicuramente aveva riferito loro che la padrona di casa ne possedeva una. Nel frattempo Lucrezia allarmata, era salita al piano di sopra e si era messa a bussare alla porta di Cecilia. Tra l’altro la signora che era venuta a prenderla citofonava, stranita del ritardo. Insomma i ladri erano presi tra due fuochi, ma soprattutto ciò che li preoccupava era il campanello della porta d’ingresso. Lucrezia capiva che era avvenuto qualcosa di strano, suonava e gridava: “Cecilia! Cecilia! Ora chiamo il 113.” Udì aprire la porta e ne uscirono due ragazzi dall’aspetto per bene. Dissero guardandola e sorridendo: “ La signora sta male.” Dopo di che scapparono a gambe levate. Lucrezia entrò e arrivò nella stanza da letto, dove trovò Cecilia imbavagliata e legata. Purtroppo era pure svenuta per lo shock. La chiamò scuotendola e, a poco a poco, la poverina iniziò ad aprire gli occhi. Era terrorizzata e abbracciò Lucrezia in preda all’angoscia. Raccontò singhiozzando che l’avevano imbavagliata, ma poi si erano accorti che, in quel modo, l’avrebbero uccisa. Quindi erano stati attenti a lasciarle libero il naso. (Ma che bravi ragazzi!) N.d.A. L’avevano legata come un salame e solo allora, avevano cominciato a chiedere della cassaforte. Cecilia però non poteva più rispondere perché subito dopo aveva perso conoscenza. Lucrezia chiamò la Polizia e avvisò dell’accaduto la signora che avrebbe dovuto dare passaggio. Per fortuna in casa non mancava nulla, i due ladri non erano riusciti a rubare neppure uno spillo. Quando Lucrezia narrò all’amica il sogno fatto, quella stentava a credere alle proprie orecchie. Poi ricordò che prima di morire, l’adorato marito le aveva detto: “Stai tranquilla, amore mio, io sarò sempre con te”. Allora capì che quell’angelo era intervenuto per lei così come aveva promesso. Gabriella Cuscinà
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