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Roberto Mahlab
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Inserito - 27/10/2018 : 08:41:21
1."Vuoi davvero sapere tutto?", sospirò il capo della polizia Sherlock Gardener, appena Eleanor si sedette ed ebbe posato il largo cappello alla moda sulla scrivania ingombra di faldoni. "Sì!", rispose lei con voce che non tradiva la forte emozione che le era esplosa nell'animo. L'uomo si avvicinò alla grande finestra che dava sulla città, ottanta piani sotto, vite che passavano, di molte conosceva i segreti e le abitudini. Ma questo caso era diverso, unico, non gli era mai capitata una inchiesta simile. Infine si accasciò sulla grande poltrona girevole, premendosi le tempie con le mani quasi a voler cercare conforto. E parlò e Eleanor impallidì. Quando il capo della polizia ebbe terminato, le chiese speranzoso :"Sei delusa?". "Da lui?... no", mormorò decisa. "Lo ha fatto per te", aggiunse con dolcezza l'alto funzionario arrendendosi. "Lo so", confermò lei e raccolse il cappello e si alzò barcollando, quando fu all'altezza della porta dell'ufficio, si volse e domandò al capo della polizia :"Lo state cercando? Lo prenderete?". "Stiamo facendo del nostro meglio", ribatté l'uomo, "non posso garantirti che lo rivedrai e forse è meglio così". Piovigginava all'esterno, Eleanor si tirò su il bavero dell'impermeabile rosso, il cappello le volò via rapito dal vento, lo rincorse, lo raccolse sul bordo di un muretto, strano, era come se qualcuno lo avesse preso al volo e lo avesse appoggiato delicatamente su di esso. La donna scosse le spalle, fantasie si disse e si girò verso la strada per fermare un taxi con un gesto della mano. Un paio di occhi la osservavano mentre saliva e poi mentre l'auto partiva, lei avvertì come un brivido dietro le spalle e incollò gli occhi al finestrino, ma la pioggia era divenuta troppo fitta per poter vedere qualcosa."Nebbia fitta sul caso del secolo", il tassista aveva alzato il volume della radio e lo speaker proseguì, "il sindaco ha espresso l'indignazione sua e di tutta la cittadinanza per l'incapacità della polizia di assicurare alla giustizia il famigerato Mad Sprinkler, l'annaffiatore pazzo, l'imprendibile fuorilegge che si arrampica sui terrazzini e sui balconi degli appartamenti della metropoli e annaffia le piante solo quando piove. Si dimette il capo della polizia Sherlock Gardener". "Che vergogna", mugugnò il tassista, "non si può più stare tranquilli, un folle deciso a rovesciare gli equilibri della civile convivenza, annaffia quando piove, ma si rende conto?", il suo volto tutto rosso di rabbia si volse verso Eleanor che gli fece cenno di tornare a guardare il traffico. "Lo ha fatto per te", le parole del capo della polizia le erano rimaste impresse nella mente, "per me... per poco non si faceva prendere", non riusciva a decidersi se provare odio verso un violatore così sfacciato del comportamento sociale oppure... già... oppure..."no, devo cancellare questo pensiero, è sbagliato", ma non si sentiva troppo convinta. "E pensare che un istituto demoscopico ha condotto un sondaggio e la maggioranza delle donne della città ha espresso ammirazione verso Mad Sprinkler", continuava il notiziario radiofonico, "l'attrazione verso il mistero, il fascino del proibito?". ... con in mano la rosa, alcune sere prima era uscita nel giardino della sala dei ricevimenti del palazzo del governatore, il cielo era plumbeo, ma non le importava, voleva fuggire dalla gente, dal rumore, voleva trovare quello che inseguiva da sempre, chiuse gli occhi ed assaporò le prime gocce di pioggia che le scendevano dal volto verso le labbra, un tocco freddo sulla mano che teneva il fiore, riaprì gli occhi di soprassalto, un rivolo d'acqua che non proveniva dal cielo ma da un bicchiere di cristallo di Boemia, intarsiato con disegni che le mozzarono il fiato tanto erano belli e in cui si specchiava un volto che non sarebbe più riuscita a dimenticare... "ma sta piovendo, perché?", chiese con un filo di voce. Ma non terminò la frase che quell'essere misterioso era già scomparso. E rimase così, per lunghi minuti, non si accorse nemmeno del suono delle sirene delle volanti che stavano convergendo verso il palazzo del ricevimento e delle mani del capo della polizia che le stringevano le spalle per farla tornare in sé, la voce preoccupata che le domandava :"ti ha fatto del male?", lo prenderemo, non preoccuparti, questa volta non la passerà liscia". Quando era arrivata a casa, aveva messo la rosa nel suo più bel vaso e poi l'aveva posto sul terrazzino per la notte. Si addormentò sorridendo al pensiero che forse una mano avrebbe versato su quel fiore dell'altra acqua, in una notte di pioggia. "Signora, signora", Eleanor si scosse alla voce insistente del tassista, "siamo arrivati". Gli porse alcune banconote e sussurrò :"arrivati dice? Non ancora" e rise di cuore allo sguardo ammutolito dell'uomo.
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Roberto Mahlab
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Inserito - 27/10/2018 : 08:46:09
2."Ti passiamo a prendere alle nove, inaugurano un nuovo locale con i quadri di Phil", la calda voce di Edward le lasciò a malapena il tempo di rispondere, i suoi amici erano così, trascinanti, era quello di cui aveva bisogno, a volte le impedivano di pensare, altre volte pareva che la volessero convincere di quanto si aspettavano da lei. Ma erano il suo mondo, il suo ambiente, in cui un giorno avrebbe dovuto decidersi a mettere radici. Aprì l'armadio e soppesò un tailleur elegante ma non troppo scollato, adatto ad una serata culturale, almeno all'inizio. Qualcosa non quadrava, un riflesso dalla vetrata che dava sul terrazzino. Si voltò, non provava paura, si accorse che lo aspettava, un evento sincronico, ne aveva sentito parlare durante una conferenza all'università, fior di scienziati ne avevano spiegato l'esistenza, si avvicinò alla porta finestra, sul suo volto solo curiosità. Un uomo stava annaffiando le sue piante con un imbuto. Fece scorrere le ante e lo affrontò :"ma che ci fai tu qui?". "Annaffio il tuo gelsomino, guarda, ha le foglie che cadono verso il basso, la pioggia non è sufficiente" e indicò il lampo all'orizzonte, "ha bisogno di te", proseguì lanciandole uno sguardo che a lei parve che le leggesse nel profondo. "Il gelsomino... ha bisogno di me?", domandò con tono incredulo. "Sì, e anche io", rispose l'uomo misterioso. Eleanor strinse per un attimo le palpebre e poi lo fissò, era elegante, la camicia bianca gli stava bene, faceva risaltare le sue fattezze. "Ma tu sei ricercato, sei un fuori legge, che ho a che fare io con te, tu distruggi l'equilibrio della società, annaffi quando piove, vuoi modificare il moto dell'universo?", si rese conto di essere stata sarcastica e si morse le labbra, "scusa, non volevo". "Io? Io sarei il fuori legge? E perché non loro?", l'uomo rispose con durezza, ma non era rivolto a lei, "non sono loro che fanno le cose al contrario? Tutto definito, tutto perfetto e invece tutto è uniforme, dove è il futuro?". "Il futuro... è nelle cose che facciamo tutti, è prevedibile, è ..." e sentì che la voce le mancava. "Prevedibile, certo, e Phil e Edward e Charles, quello che ti piange sulla spalla raccontandoti delle sue traversie sentimentali!", "ma come ti permetti e poi come lo sai?", esplose lei. "Io so solo che un uomo non piange sulla spalla di una donna, un uomo la fa ridere, la fa ballare, ecco vieni e tienimi l'imbuto un attimo " e la cinse per la vita e la fece muovere al ritmo di una canzone che trasmettevano ad una radio accesa su un'auto parcheggiata sotto il condominio. Eleanor avvertì tutti i suoi pensieri sparire e si lasciò andare e rise, anche l'uomo rideva, "stai ballando con il mio imbuto in mano, ti sei fidata di me". Squillò il cellulare. "Devo rispondere, scusami", Eleanor lo accese e ascoltò Edward avvertirla che di lì a poco sarebbero arrivati a prenderla. "Che sto facendo?", all'improvviso si sentì confusa, poi guardò Mad Sprinkler con risentimento, :"che ci fai qui, chi ti ha detto di venire, la mia vita è un'altra cosa, tu sei l'opposto di tutto quanto mi circonda, tu..."."Io sono venuto perché tu mi hai cercato, quella notte al ricevimento, mi aspettavi, volevi andartene da questo tuo mondo e io ti ho ascoltata e ti ho presa sul serio", il tono di Mad era quasi offeso, squillò ancora il cellulare, Edward chiedeva a Eleanor di scendere. "Devo cambiarmi", disse a Mad seccamente. "E' la tua decisione? Il mondo prevedibile al posto del mondo da costruire che desideravi quando mi hai cercato?", la voce di Mad esprimeva dolore. "Non so, adesso devo andare", ribatté Eleanor. E Mad con un agile scatto si aggrappò al corrimano e sparì saltando da un terrazzino all'altro.
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Inserito - 27/10/2018 : 08:48:44
3."Ti stai divertendo?", le chiese Edward mentre le porgeva un aperitivo, la festa era nel suo pieno e lei si era ripresa dagli avvenimenti di poco prima nel suo appartamento, Su uno dei megaschermi del locale trasmettevano un concerto di musica rock, in basso i sottotitoli con le notizie di cronaca, "Mad Sprinkler avvistato in un quartiere bene della metropoli, le autorità indagano", recitava la scritta scorrevole, prima di lasciar spazio alle quotazioni della Borsa. Una piccola onda concentrica si allargava sul liquido ambrato del suo bicchiere, una lacrima era discesa dal suo volto e vi era precipitata. "Quando pioverà ancora, ma non dal cielo", sussurrò. "Stai bene?", le stava chiedendo Edward. "Sì", rispose Eleanor, il rombo del tuono e il suo sguardo che si allontanava verso il giardino. "Può piovere per sempre...", mormorò Eleanor stringendo svogliata la coppa di champagne che le porgeva Edward. La chiassosa celebrazione la disturbava e poco prima si era coperta le orecchie con le mani per non ascoltare le parole di scherno che i convenuti rivolgevano all'immagine di Mad Sprinkler che compariva sullo schermo, il pericolo pubblico numero uno ammanettato e dietro ad una gabbia di ferro nell'aula del tribunale mentre testimoni e giudici lo accusavano di aver voluto sovvertire l'equilibrio della società annaffiando le piante mentre pioveva. Due notti prima la sequenza delle sue azioni era stata ossessiva, come se volesse farsi beffe delle autorità. O forse, rifletteva Eleanor, come se volesse farsi catturare per iniziare chissà cosa. E adesso in quella sala Edward, candidato al posto di governatore insieme a tutta la città bene festeggiava la fine dell'incubo."E dai Eleanor, ridi con noi, non dirmi che continui a pensarlo come se fosse un cavaliere senza macchia e senza paura", Edward le circondò la vita con le braccia e poi le sussurrò :"e poi, appena sarò eletto governatore, tu e io potremo finalmente annunciare pubblicamente...". Si sentì male all'improvviso e si lasciò cadere su un divanetto, "Eleanor, che c'è!", esclamò Edward preoccupato. Il respiro di lei era ansante, volse lo sguardo allo schermo, gli occhi di Mad Sprinkler parevano essere apposta posati su di lei, un tuono ravvicinato, lo scroscio della pioggia sulle vetrate. Lei chiuse i suoi, come a volersi concentrare, poi si alzò, sfuggendo alle attenzioni allarmate di Edward, raccolse una bottiglia di acqua minerale stappata e piena, si mise a correre verso il portone della villa, la pioggia torrenziale la avvolse, levò la bottiglia e ne versò il contenuto su una pianta di rose fino a che fu vuota. "Eleanor...", Edward le era corso dietro e gli morì la voce in gola, una donna all'interno gridò, decine di volti sbiancarono. Eleanor non si volse neppure, si tolse le scarpe con i tacchi e le scagliò lontano, poi la bottiglia e si mise a correre, allontanandosi, mentre il suono di alcune sirene delle auto della polizia che stavano accorrendo squarciavano la cupa atmosfera di quella notte dal cielo colmo di lampi.
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Inserito - 27/10/2018 : 08:51:06
4."Lei crede che si sia trattato di un malessere passeggero? Ha un invito da rivolgere ai nostri microfoni?", il giorno dopo i giornalisti si erano scatenati ed ora attendevano una dichiarazione ufficiale da parte del maggiore candidato alla carica di governatore. "Sì, sono consapevole che un fuori legge come Mad Sprinkler possa aver utilizzato le sue arti malefiche per colpire il radioso futuro della nostra metropoli. Però dico a Eleanor, se mi ascolta, di tornare e tutto sarà dimenticato". "Anche il fatto che tu sia la peggiore scelta possibile al ruolo di governatore", mormorò una donna ricoperta da abiti pesanti che non permettevano di riconoscerle il volto e che stava osservando la trasmissione televisiva dentro un locale dei bassifondi della città. Appena uno sguardo stupito da parte del proprietario che le aveva servito una bevanda calda e dopo pochi minuti aveva notato che era sparita, "ingoiata dal buio della notte come tanti di quelli che passano di qui", pensò. Edward e i suoi collaboratori rientravano intanto nella sede della municipalità, dopo l'intervista, "voglio tutte le forze di polizia alla caccia di Eleanor", gridava furibondo, "dobbiamo riprenderla e organizzare un'altra trasmissione in cui lei accusa Mad Sprinkler di averla fatta rapire, quanti agenti avete sulle strade, che ci vuole a prendere una sola donna? Dopo l'accordo che abbiamo fatto con il capo della malavita, non è che lei ha altro a cui dare la caccia?", aggredì il nuovo commissario capo con sarcasmo. "Signore...", rispose il pallido funzionario, "purtroppo la notizia che le devo dare è... non è solo Eleanor, ci hanno segnalato decine di casi in cui tante persone, all'improvviso, si sono messe ad annaffiare le piante sui loro terrazzini, nei giardini all'aperto, nei parchi, sotto la pioggia..." “Senza scarpe, sotto la pioggia, sono fradicia, per questo sto male”, mormorava Eleanor, la bevanda calda bevuta in quel locale non era bastata per riscaldarla, sentiva la febbre, sudava nonostante il freddo che la faceva tremare, si appoggiò alla vetrina di un negozio chiuso, si tolse il mantello che le nascondeva il viso, cercò di specchiarsi nel vetro, ma gli occhi le bruciavano. Fece qualche passo e si accasciò sotto una tettoia. Nel dormiveglia i pensieri più cupi le comparivano come incubi, la figura di Edward e lei che gli tendeva le mani, ma non riusciva a toccarlo, riflesso del suo animo dilaniato dall’angoscia e dalla sensazione di dibattersi in una gabbia senza ormai uscita. Avvertì una coperta che le veniva avvolta attorno, le parve di vedere una figura di donna, vecchissima, vestita di un logoro abito grigio, ma il volto dolcissimo, la accarezzava, dove l’aveva già vista? Si sforzò inutilmente di ricordarsi. Levandosi un poco riuscì a prenderle una mano tra le sue e le parlò con disperazione :”non dovevo, era il mio mondo, l’ho sfidato per uno sconosciuto che non è qui, mi ha lasciata sola, annaffia le piante quanto piove ma ha abbandonato me, non ho più nessuno, non ho più un futuro, devo tornare, Edward, riprendimi”. Furono gli ultimi suoi pensieri e perse conoscenza. Si risvegliò in un sottoscala, aveva perduto cognizione di quanto tempo fosse passato, ma si sentiva meglio, anzi bene, un timido raggio di sole le riscaldava il volto, si alzò e vide che sopra un tavolino c’era una scodella di minestra, era ancora calda, e la coperta, si chiese da dove, chi. Si avvicinò al portone, fuori c’era gente che passava, immersa nelle proprie abitudini e nella vita quotidiana, tra loro intravide una donna magra e molto anziana che la guardava con occhi dolcissimi e poi la perse di vista. Allungò le mani, ma c’era solo la gente che camminava, la vecchia signora non c’era più, ma le aveva lasciato qualcosa dentro, qualcosa che l’avrebbe illuminata, sentiva, per sempre.
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Inserito - 27/10/2018 : 08:53:06
5.La sala del tribunale era affollata di pubblico e inviati della stampa, “il processo del secolo”, avevano titolato tutti i media, “Mad Sprinkler alla sbarra”, “inchiodato alle sue responsabilità”. Edward, in veste di procuratore, stava esponendo gli atti di accusa alla giuria e al giudice, l’accusato era in piedi, pallido, la camicia bianca faceva risaltare la stanchezza del suo volto. “E allora Mad”, gli si rivolse direttamente con voce autoritaria e boriosa Edward, “visto che non ci vuoi dire”, e distese le braccia verso tutto il pubblico e i giornalisti, “non vuoi dire a tutti noi perché annaffiavi le piante solo quando pioveva, non ci vuoi confessare quali erano i tuoi loschi fini di distruzione dell’equilibrio della nostra società”, lo studiato sdegno dipinto sul suo volto per alcuni secondi, il tempo di farsi immortalare dai fotografi, “io chiedo che tu venga punito, tenuto segregato lontano dai nostri bravi concittadini rispettosi delle regole della convivenza”, pronunciò quelle parole sottolineandole una per una, con le pause ad effetto, “e certo, Mad Sprinkler, l’annaffiatore pazzo come hai voluto chiamarti”, ora il tono era di sarcasmo, “mentre sconterai la pena, penserai di essere un eroe, anziché un derelitto e…”. Mad non l’ascoltava più, osservava i volti del pubblico, per cogliere un guizzo di presa di coscienza, di ribellione all’assurdità che si stava svolgendo, ma tutti gli occhi si abbassavano, molti con imbarazzo, “che mi importa allora, a che scopo ho fatto tutto questo, vogliono che spieghi loro il perché, avrebbero dovuto capire da soli e invece sono io ad essere solo”, per un attimo il suo pensiero andò a Eleanor, non era lì con lui, lo aveva abbandonato, era questo che gli pesava di più. Fu improvvisa la visione che lo fece rimanere a bocca aperta, il respiro sospeso, tra il pubblico c’era una vecchia donna, vestita di grigio e lo guardava con occhi dolcissimi, gli leggeva dentro, o gli scriveva dentro. Dove l’aveva già vista? Sforzò la memoria. Ogni giorno importante della sua vita, ogni volta che aveva raggiunto un traguardo, si ricordò che lei gli appariva inattesa e poi spariva, tanto che Mad si chiedeva se l’aveva vista davvero o era un inspiegabile sogno. “Sei pronto per essere da esempio per tutti gli illusi della società?”, si riscosse alla voce dura di Edward. Mad respirò a fondo e ribatté con tono forte e chiaro. “No”. Le labbra di Edward, paralizzato dalla sorpresa, erano rimaste spalancate. Mad si gettò tra il pubblico che si spostò, si mise a correre verso la porta dell’aula, non si accorse che la folla si era richiusa impedendo alle guardie di inseguirlo. Superò con pochi salti la scalinata del tribunale e si volse a cercare la vecchia signora, la intravide per un attimo, ma subito era sparita. Scosse il capo e riprese a correre sotto la pioggia incessante.
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Inserito - 27/10/2018 : 08:54:41
6.La stessa pioggia che bagnava Eleanor alla guida della sua auto sportiva decapottabile, fino a pochi giorni prima non le sarebbe nemmeno venuto in mente di tenerla aperta quando correva alle feste dei suoi amici, quel giorno invece aveva una precisa ragione per sfidare gli elementi della natura, premette il pedale del freno con tale forza che la macchina quasi scivolò sopra una pozzanghera, si alzò dal sedile e gridò :”Mad, da questa parte!”. Il fuggitivo si volse sorpreso, Eleanor continuò a fargli larghi cenni con le braccia, fino a che lui la raggiunse e saltò sul sedile al suo fianco. E Eleanor stavolta premette l’acceleratore a tavoletta. “Io bagno solo le piante quando piove, non le persone!”, le disse mentre cercava di ripararsi alla meglio dagli scrosci della pioggia, “spiritoso”, ribatté lei. Mentre si allontanavano dalla città rimasero in silenzio, troppe erano le domande che ribollivano nelle loro menti. “Dove andiamo?”, disse infine Mad. “Io non lo so, e tu? Lontano”, rispose Eleanor, “siamo braccati tutti e due, siamo soli tutti e due, tutti e due ci siamo chiesti perché lo abbiamo fatto, io di seguirti, tu di avere fiducia in me, due sconosciuti che si incontrano, catapultati l’uno verso l’altro da una misteriosa sincronia”. Mad scosse il capo, come a cercare di comprendere qualcosa di inarrivabile, la donna se ne accorse e chiese :”che c’è?”. "Niente", sussurrò Mad, “ho rivisto quella signora e…”, “Cosa? Anche io…”. “Ogni volta…”, “ogni volta…”, replicò lei. Si resero conto del grosso furgone nero che aveva invaso la corsia di fronte a loro solo a pochi istanti dallo schianto, Eleanor sterzò d’istinto e l’auto salì sul marciapiede e si infilò in una stretta vietta, il furgone inchiodò, non ci sarebbe passato, le sue portiere si spalancarono e scesero uomini ricoperti da tute nere, “presto fuori”, le gridò Mad e sostenendosi a vicenda si misero a correre tra i vicoli della periferia, senza meta precisa, solo per far perdere le loro tracce. Arrivarono di fronte ad un canale in cui scorreva l’acqua che defluiva dai torrenti che erano divenute le vie della metropoli. “Dobbiamo saltare!”, le disse Mad, prendendola in braccio, “che fai?”, gli chiese lei sorpresa, “non voglio che ti bagni quando cadremo nella fanghiglia”, le rispose sorridendo affaticato, lei gli si aggrappò al collo, “oh, che cavaliere, ma di che colore diventerà la tua camicia bianca?”. Saltarono e scivolarono sul terreno fangoso, Mad trascinò Eleanor verso una tettoia di laminato, gli inseguitori si erano fermati prima del salto e avevano perso il contatto con le loro prede. Eleanor iniziò a tremare e a tossire, “forse non dovevo uscire subito dopo la convalescenza”, sussurrò a Mad che appariva preoccupato. Erano vicini, le mani nelle mani, Mad fece una smorfia di dolore, “che hai?”, e Eleanor si accorse che sanguinava da una ferita alla gamba per aver riparato lei da una roccia appuntita nel terreno durante il volo nel vuoto. Un lampo illuminò i loro volti, si videro, fradici, feriti nell’anima e nel corpo, “credevo che avessi scelto e che mi avessi abbandonato”, le disse Mad, “e invece hai perso tutto quello che avevi per tornare da me”. “Oh sì”, mormorò Eleanor, “ti avevo abbandonato, ricordi?” Quella sera quando sei salito sul terrazzino del mio appartamento ad annaffiare le piante sotto il temporale, mi sono chiesta perché mai avrei dovuto lasciare il mio mondo e adesso sono qui, e sei tu che mi dirai finalmente perché annaffiavi le piante solo quando pioveva..”
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Inserito - 27/10/2018 : 08:58:18
7.“Ha qualche dichiarazione riguardo alla fuga di Mad Sprinkler?”, i reporters e i fotografi assediavano Edward alla conferenza stampa che si teneva sullo spiazzo del palazzo del governatore uscente, era il giorno precedente le elezioni. “Solo alla fuga?”, volete dire alla vergognosa fuga di quel vile sabotatore degli equilibri della società, non credeva neppure lui al senso di quanto diceva, era solo un anarchico che mestava nel torbido, voleva rappresentare il disagio dell’opinione pubblica e invece l’ha abbandonata, come tutti i finti profeti!”, il tono di Edward era apocalittico, non si faceva certo sfuggire l’occasione per raggranellare voti piovuti dal cielo. Piovuti, l’ironia del momento lo rese euforico, il cielo leggermente sereno fino a qualche minuto prima, ora era diventato colmo di cupe nubi. Continuò il suo discorso alla folla trascinato dalla foga e non si accorse dell’improvviso silenzio che gli era calato attorno. Fino a che scorse che la gente si spostava per far passare una coppia che si teneva per mano. L’espressione di Edward passò dalla sorpresa alla rabbia. “Mad Sprinkler, che ci fai qui?” e alzò un dito a modo di rimprovero “e… Eleanor!”, le si rivolse con tono di delusione. “Ce ne andiamo Edward, il governatore ancora in carica ci ha concesso un salvacondotto, in cambio di testimonianze, penso che ne verrai a conoscenza presto, tra poche ore saremo lontani da questa città”. Edward scese dal palco e si avvicinò minacciosamente a Mad :”nessuno può più fermarmi, sciocchi che siete, è troppo tardi, come vuoi che credano ad un vile che è scappato anziché rimanere ad espiare la sua colpa in nome dei suoi valori, ma tu non hai dei valori Mad, tu prendi quello che ti pare!”, e l’allusione a Eleanor vibrava nell’aria. “Non è stato Mad a prendermi Edward, è stato il suo mondo, è stato quando ha annaffiato le mie piante, l’ultimo terrazzino, sotto la pioggia”, ribatté Eleanor con dolcezza, come se spiegasse ad un bambino”. “Le hai annaffiato le piante sotto la pioggia, oh che romantico, hai annaffiato le piante sotto la pioggia di tutta la città, e allora? Perché, perché Mad, devi dirmelo prima di andartene, voglio sapere la ragione di tutto quello a cui ho dato la caccia! Non dovevi guidare una rivolta?”, il viso di Edward era a pochi centimetri da quello di Mad. “No Edward, nessuno da solo può guidare una rivolta, solo la società tutta insieme può sovvertire gli equilibri per far girare il mondo alla rovescia, il che significa farlo girare dalla parte giusta. Annaffiare è dare vita al mondo circostante, alla natura, annaffiare quando piove invece significa dare nutrimento alla speranza nei tempi cupi, significa mantenere vivo il sogno di trovare quanto desideriamo dalla vita, poco a poco trasformarlo in realtà, ma ciascuno di noi deve decidere di annaffiare i propri sogni e se lo facciamo tutti, fiorirà anche la società e uscirà dal buio”. E volse lo sguardo verso Eleanor che gli sorrise. Edward era rimasto senza parole, il volto vitreo. Cominciò a piovere, dalla folla si staccò un bambino, aveva una bottiglietta d’acqua in mano, la versò su una pianta a lato della scalinata. La madre lo raggiunse e, invece di rimproverarlo, gli carezzò la testa. Mad e Eleanor si allontanarono camminando all’indietro, una vecchia signora comparve in mezzo alla gente e li osservò con un cenno di benedizione. A tutti e due mancò il fiato, cercarono di ritrovarla con lo sguardo, ma non c’era più. Le piante dell’ultimo terrazzino erano state infine annaffiate sotto la pioggia ed era cresciuto un fiore, il più bello di tutti. §§§
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Inserito - 27/10/2018 : 09:01:55
Nota dell'autoreA tutti noi, fin da piccoli, è stato insegnato che le bouganville non vivono in città, il loro habitat è unicamente nei parchi dell'oriente. Non ci è mai stato spiegato il perché, è un dogma che si trasmette di generazione in generazione. Come sappiamo, chiunque abbia dei dubbi in proposito viene guardato con riprovazione, viene sospettato di voler minare le fondamenta della società. Come Mad Sprinkler, il famigerato annaffiatore pazzo, ricercato dalle forze dell'ordine della metropoli perché accusato di annaffiare le piante di tutti i terrazzini quando piove. Se questo fosse tollerato e Mad Sprinkler non fosse arrestato, il mondo potrebbe mettersi a girare alla rovescia. Alcuni anni fa sul terrazzino dell'ufficio comparve una bouganville, comprendemmo subito che l'aveva messa lì Mad Sprinkler, in segreto, approfittando del buio di una notte senza luna. Era piena estate e la pianta fiorì, ma arrivò l'inverno e la mia segretaria e complice e braccio destro e sinistro e mente pensante mi chiese di portarla all'interno per proteggerla. E a cavallo di capodanno avemmo nell'ufficio i meravigliosi fiori che paiono composti di ali di farfalla di carta. E così, di estate in inverno, la bouganville traslocò sul terrazzino o all'interno dell'ufficio, senza che nessuno mai lo venisse a sapere : era nato il seme che avrebbe sconfitto il dogma. Ai primi freddi di un freddo dicembre, la mettemmo all'interno e le foglie caddero tutte per poi rispuntare di un verde acceso e all'alba lo spettacolo, a fianco delle foglie sbocciarono i delicati fiori. E com'è, come non è, prima o poi arriva il momento in cui si avverte che la società è pronta ad accettare che l'equilibrio sia sovvertito, che le bouganville possano vivere anche in città, superare l'inverno, continuare a fiorire. A dimostrazione che il mondo non finisce se gira al contrario. Non so dove sia adesso Mad Sprinkler, immagino che stia continuando a nascondersi insieme ad Eleanor, sul suo volto una espressione di vittoria: se una bouganville può fiorire in città, allora qualunque cosa può succedere, chiunque può uscire con un annaffiatoio in un giorno di pioggia e versare l'acqua sulle piante dei terrazzini e, quando non ci sarà più la paura di farlo, il mondo girerà alla rovescia. Dalla parte giusta. Roberto Mahlab, Ottobre 2018
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Inserito - 27/10/2018 : 09:17:07
La serie completa dei racconti di Mad Sprinkler in ordine cronologico :Un canto silezioso/1 http://www.concertodisogni.it/MPCOM/link1.asp?TOPIC_ID=177 Un canto silenzioso/2 http://www.concertodisogni.it/MPCOM/link1.asp?TOPIC_ID=178 Aspettando la pioggia/1 http://www.concertodisogni.it/MPCOM/link1.asp?TOPIC_ID=179 Aspettando la pioggia/2 http://www.concertodisogni.it/MPCOM/link1.asp?TOPIC_ID=180 L'autunno dell'ibisco http://www.concertodisogni.it/MPCOM/link1.asp?TOPIC_ID=2603 Il bacio dell'orchidea http://www.concertodisogni.it/MPCOM/link1.asp?TOPIC_ID=6533 L'alba dei pini http://www.concertodisogni.it/MPCOM/link1.asp?TOPIC_ID=15385 |
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